UndaRadio TS59 - televisore - industria, manifattura, artigianato

Unda Radio

UndaRadio TS59 - televisore - industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Televisore in legno con profili e bordi arrotondati. La parete frontale, con bordi verniciati color beige, è interamente occupata dallo schermo 21 pollici del cinescopio rettangolare. Sul lato destro si trovano un selettore per le bande VHF (con indicazioni da A ad H) e la regolazione della sintonia, tre manopole per la regolazione di contrasto, luminosità, accensione e volume. Le pareti laterali presentano griglie per l'aerazione e la protezione dell'altoparlante. Il retro è coperto da un pannello forato per l'aerazione e il cinescopio sporge protetto da un coperchio cilindrico in metallo. Sempre sul retro, in alto si hanno due tasti con le indicazioni 1 e 2 e, sotto, delle manopole per la regolazione di frequenza di riga, frequenza quadro, linearità quadro, ampiezza quadro, fuoco, dei fusibili, una vite per la regolazione della tensione di rete (alta, esatta, scarsa) e un connettore per il collegamento alla rete elettrica. All'interno si hanno il cinescopio posto in orizzontale, il circuito a 14 valvole, più un diodo a cristallo e due raddrizzatori metallici, un altoparlante ellittico

Funzione: Apparecchio che riceve le immagini e i suoni trasmessi mediante il sistema della televisione (programmi televisivi). Visione in bianco e nero. Riceveva 8 canali UHF e VHF.

Modalità d'uso: Il cinescopio è l'elemento che permette la ricostruzione (o sintesi) delle immagini ricevute grazie a fenomeni elettromagnetici ed elettronici. Il cinescopio del televisore è infatti un tubo a raggi catodici che ha la funzione di trasformare i segnali elettrici provenienti da una sorgente in energia visibile. Il segnale utile che controlla l'intensità del raggio elettronico, viene collegato, tra griglia e catodo, a due dispositivi che permettono di focalizzare il fascio elettronico (il catodo emette elettroni per effetto termoelettronico) e deviarlo in maniera periodica grazie all'azione di campi magnetici (Forza di Lorentz). In questo modo il raggio colpisce un punto sulla superficie interna dello schermo (anodo). Questa superficie è rivestita di materiale fluorescente che eccitato dall'energia degli elettroni emette luce. I dispositivi di deflessione del fascio vengono pilotati dal segnale ricevuto permettendo la ricostruzione dell'immagine ogni 1/25 di secondo dando allo spettatore la percezione del movimento.

Notizie storiche: L'inventore americano Philo T. Farnsworth sviluppò, nel 1927, il primo sistema pratico di televisione completamente elettronica nella storia. Il russo Vladimir Zworykin, nei laboratori americani della RCA, riuscirà poi a realizzare la televisione elettronica come prodotto commerciale nel 1939. In Italia questa nuova tecnologia fu sviluppata a partire da metà degli anni Trenta da tre grandi aziende nazionali: la Magneti Marelli (sistema RCA), la Allocchio Bacchini (sistema Telefunken) e la Safar (sistema derivata dalla Telefunken e telepantoscopio). Dopo un po' di sperimentazione dei diversi sistemi proposti dalle tre aziende, la Magneti Marelli e la Safar vennero autorizzate ad iniziare la produzione di apparecchi televisivi presentati alla "Fiera della Radio" del settembre 1939. L'obiettivo dell'EIAR, era quello di scegliere il sistema definitivo in tempo per il lancio ufficiale delle trasmissioni previsto per il 1942 (ventennale del regime fascista). Ma l'avvento della Guerra sospese ogni attività. Solo nel 1947 in Italia si ricominciò a parlare di Televisione. Nel 1954 si ha l'inaugurazione ufficiale della televisione italiana. La visione collettiva (nei bar, nei circoli, ecc) giocherà in questi primi anni un ruolo fondamentale. I televisori degli anni '50 erano caratterizzati da circuiti completamente a valvole montati su di un telaio. Il tubo catodico all'inizio degli anni cinquanta passa dalla forma tonda a quella quadrata e la sua apertura di deflessione da 70° a 90°, angolo che rendeva comunque gli apparecchi molto ingombranti e profondi. Il materiale utilizzato per il mobile era quasi sempre il legno e il tubo catodico era protetto da un vetro frontale a causa dalla fragilità del tubo catodico tenuto sottovuoto. Già agli inizi degli anni '60 il panorama cambia: il pubblico diventa più numeroso, la visione non è più collettiva ma familiare, non ancora privata. I tubi catodici assumono angoli di deflessione ancora più ampi (fino a 110°) riducendone così le dimensioni. Nel tubo catodico viene integrata la protezione (bonded) e nei televisori sparisce quindi il vetro frontale. Il legno comincia ad essere verniciato in poliestere. Gradualmente, nel corso degli anni '60, i transistor sostituiranno le valvole, le materie plastiche sostituiranno il legno e l'aspetto dei televisori cambierà velocemente. Prezzo dell'epoca di questo televisore: Lire 185.000.

Autore: Unda Radio (progettista/ costruttore) (1925/ 1962)

Datazione: ca. 1958 - ca. 1960

Materia e tecnica: legno; vetro; metallo

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 58 cm x 53 cm x 48 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Soresini F. "Di tubo in tubo : Storia dei tubi elettronici nel centenario del diodo : 1904-2004", Albino (Bergamo) 2004, pp. 125-131 ff. 125-131

Grob B. "La televisione", Torino 1955

Credits

Compilazione: Ranon, Simona (2010); Temporelli, Massimo (2010)

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