Dictaphone N. 7 - dittafono - Industria, manifattura, artigianato

Columbia Phonograph Company

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Dictaphone N. 7 - dittafono - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Dittafono costituito da una base, contenente il motore e i circuiti elettrici, e da un piano superiore, dove si trovano il mandrino e la testina di registrazione. Il piano è apribile per l'accesso diretto al motore elettrico. L'asse del mandrino è infilato in un volano, al quale il motore trasmette la rotazione per mezzo di una cinghia. L'asse del mandrino inoltre, per mezzo di ruote dentate, mette in rotazione anche la vite senza fine che, ruotando, trascina il supporto della testina lungo una guida parallela al mandrino. Nella parte anteriore del piano si trovano i comandi operativi del dittafono consistenti in due pulsanti per l'accensione e lo spegnimento dell'apparecchio, altri due pulsanti per l'avvio e l'arresto della rotazione del cilindro e una rotella per la regolazione della velocità di rotazione. Il cavo elettrico per l'alimentazione esce dal lato posteriore dell'apparecchio.

Soggetto: FIGURE: uomo; MOBILIA: scrivania, sedia; OGGETTI: dittafono, telefono; ATTIVITA' UMANE: dettare

Funzione: Registrazione di suoni su cilindro di cera e loro riproduzione

Modalità d'uso: Introdurre un cilindro di cera sul mandrino. Accendere il dittafono e impostare la velocità di registrazione. Utilizzare una cornetta per la dettatura.

Notizie storiche: I dittafoni sono apparecchi che venivano prelaventemente impiegati negli uffici per la registrazione e la riproduzione di corrispondenza corrente, successivamente da dattilografare. I primi dittafoni derivarono dal fonografo brevettato da Thomas Alva Edison (1848-1931) nel 1877. Sfruttando le vibrazioni sonore, Edison riuscì a incidere, per mezzo di una puntina mossa dalle vibrazioni di una membrana, la superficie di un cilindro, mantenuto ad una velocità di rotazione costante; facendo ripercorrere alla puntina il solco dell'incisione con la stessa velocità, le oscillazioni della puntina trasmettevano a loro volta la vibrazione alla membrana, che riproduceva il suono precedentemente registrato. Inizialmente, la superficie del cilindro era ricoperta di stagnola, ma la bassa qualità del suono spinse alla sperimentazione di diversi supporti per l'incisione; per la produzione dei cilindri, vennero quindi adottati speciali impasti a base di cera in diverse combinazioni di ingredienti. A partire dall'ultimo decennio del 1800 prese avvio lo sfruttamento commerciale del fonografo per le registrazioni musicali. Dal 1893 tuttavia il cilindro dovette confrontarsi con la concorrenza del disco che andò progressivamente affermandosi durante il primo decennio del 1900, per giungere al definitivo abbandono dei cilindri nel 1929. Se il consumo domestico vide prevalere il disco, il cilindro trovò tuttavia un'applicazione negli uffici con la diffusione dei dittafoni per la registrazione della corrispondenza destinata ad essere successivamente dattilografata. Per questo scopo vennero sviluppate macchine specializzate, basate su un principio di funzionamento del tutto simile al fonografo di Edison, che comprendevano apparecchi registratori, apparecchi riproduttori e piallatrici per livellare la superficie incisa. L'utilizzo dei dittafoni a cilindri rimase diffuso fino agli anni '50 del 1900, quando vennero sostituiti da dispositivi magnetici.

Autore: Columbia Phonograph Company (distributore) (1888/ post 1930)

Datazione: post 1920 - ante 1923

Materia e tecnica: metallo; ebanite

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 31,5 cm x 15,5 cm x 28 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

Hemardinquer P. "Le phonographe : et ses merveilleux progrès", Parigi 1930

Chew V.K. "Talking machins 1877 -1914 : Some aspects of the early history of the gramophone", London 1967

Assante E./ Ballanti F. "La musica registrata", Roma 2004

Credits

Compilazione: Meroni, Luca (2008)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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