Siluro a lenta corsa - Industria, manifattura, artigianato

Tesei, Teseo

Siluro a lenta corsa - Industria, manifattura, artigianato

Descrizione

Siluro a lenta corsa, costituito da un corpo di forma cilindrica, interamente in metallo, azionato da un motore elettrico. Il siluro presenta due posti per l'equipaggio, costituiti da due seggiolini in legno disposti in tandem sul lato superiore del siluro. Il sedile anteriore è riparato da uno scudo frangionde semicircolare, all'interno del quale si trova il volante di guida, mentre quello posteriore è situato alle spalle della cassa rapida di immersione, sul cui fianco destro è posizionata la leva per il comando di immersione; in corrispondenza dei sedili due poggiagambe sono incernierati sui fianchi del siluro. La cassa ospita nella propria base due bombole per le riserve d'aria, mentre altri due serbatoi d'ossigeno d'emergenza sono sorretti da un'intelaiatura installata a poppavia del secondo seggiolino. A prua è montata la testata distaccabile contenente la carica esplosiva, dotata sul lato superiore di un anello utilizzato per il fissaggio al bersaglio; la testata è svitabile mediante la leva anteriore. Il siluro è propulso da un'elica singola a poppa, dove si trovano anche le pale dei timoni verticale e orizzontale, azionati per mezzo di fili d'acciaio.

Notizie storiche: Il siluro a lenta corsa (SLC) fu tra i più celebri mezzi d'assalto impiegati dalla Regia Marina Italiana durante la Seconda Guerra mondiale, conosciuto anche con il nome di "maiale". Già durante le ultime fasi della Prima Guerra mondiale la Marina Militare aveva predisposto un siluro guidato da due operatori per l'attacco di navi nemiche, chiamato "mignatta", la cui idea venne ripresa e sviluppata a partire dal 1927 dall'ufficiale del Genio civile Teseo Tesei. Rispetto ai precedenti, i nuovi siluri a lenta corsa prevedevano diverse innovazioni: i maiali erano equipaggianti con silenziosi motori elettrici, mossi da batterie di accumulatori e in grado di consentire la marcia indietro. Erano previsti inoltre dispositivi caratteristici dei sommergibili come i timoni di profondità, le casse di allagamento con bombole ad aria compressa per il loro svuotamento; in questo modo i siluri potevano navigare in immersione completa fino a trenta metri di profondità. L'equipaggio era fornito di autorespiratori autonomi ad ossigeno a circuito chiuso e non aria compressa al fine di non produrre bolle d'aria sulle superficie dell'acqua e di evitare possibilità di embolie. L'impiego in azioni militari di questi siluri, prodotii in serie dal 1935, avveniva di notte e consisteva nell'avvicinamento dei due sommozzatori a bordo, viaggiando a filo d'acqua e immergendosi in prossimità del bersaglio; raggiunto l'obiettivo, la testata esplosiva ad orologeria veniva staccata dal siluro e appesa sotto la chiglia ad un cavo fissato alle alette di rollio della nave nemica. I sommozzatori poi si allontanavano a bordo del siluro, per tornare al sommergibile di appoggio da cui era partita l'azione. I maiali in questo modo raggiunsero diversi successi, affondando o danneggiando una trentina di navi nei porti del Mediterraneo; l'operazione più importante cui presero parte fu l'affondamento nel 1941 di tre navi inglesi, tra cui due corrazzate per 70.000 tonnellate complessive, nel porto di Alessandria d'Egitto.

Autore: Tesei, Teseo (inventore) (1909-1941)

Datazione: 1936

Tipologia: maiale

Materia e tecnica: metallo; legno

Categoria: industria, manifattura, artigianato

Misure: 68 cm x 685 cm x 110 cm x Ø 80 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

De la Sierra L. "Gli assaltatori del mare : Barchini esplosivi, "maiali", sommergibili "tascabili"", Milano 2002

Giorgerini G. "Attacco dal mare : Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana", Milano 2007

Credits

Compilazione: Meroni, Luca (2009)

Aggiornamento: Iannone, Vincenzo (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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