Olivetti ELEA 9003 - console - informatica

Olivetti; Perotto Pier Giorgio; Sottsass Ettore Jr.

Olivetti ELEA 9003 - console - informatica

Descrizione

La console, o tavolo di comando come veniva chiamata, è costituita da una tastiera alfanumerica posta su una mensola sporgente e un pannello verticale; sulla console si notano numerosi pulsanti e spie di forma circolare e retroilluminati.

Notizie storiche: A partire dal 1956 il Laboratorio Ricerche Elettroniche della Olivetti iniziò la progettazione di un calcolatore di grandi dimensioni (mainframe) denominato ELEA9000, essendo ELEA l'acronimo di ELaboratore Elettronico Aritmetico (poi Automatico). Per il suo sviluppo venne costituito un gruppo di lavoro composto da giovani ricercatori entusiasti ed affiatati responsabile del quale fu Mario Tchou, un ingegnere italiano di origini cinesi. Fondamentale fu l'attenzione posta dalla Olivetti al design della macchina che doveva essere ergonomica, elegante, funzionale e semplice da utilizzare; Di questo aspetto della progettazione venne incaricato Ettore Sottsass che operò in modo da strutturare le varie parti secondo una logica modulare; vennero ad esempio eliminati gli enormi armadi pieni di componentistica tipici dei "vecchi" elaboratori mentre anche il complesso passaggio delle centinaia di cavi necessari al funzionamento venne rqzionalizzato con canaline e tubi di nuova concezione.Presentato nel 1957 alla Fiera Campionaria di Milano il progetto consentì a Sottsass di vincere il prestigioso Compasso d'Oro. dell'ELEA vennero sviluppate quattro generazioni denominate 9001, 9002, 9003 e 9004. Le prime due versioni utilizzavano ancora come componentistica attiva le valvole termoioniche (cosa che le inseriva nella tradizione ingegneristica dell'epoca) ma, a partire dall'ELEA9003, vennero introdotti in modo esclusivo i transistor - i dispositivi a semiconduttore che erano da poco stati inventati - che fecero di questo elaboratore la prima macchina commerciale (non prototipale) completamente transistorizzata realizzata al mondo, Dotata di funzione multitasking, era in grado di eseguire tre programmi contemporaneamente.ELEA9003 è dotato di una memoria a nuclei di ferrite, con memorie di massa a nastro magnetico. Il supporto a nastro magnetico può anche essere utilizzato per l'input dei dati previa una conversione fuori linea da schede perforate o da nastro perforato. La progettazione dell'ELEA9003 (denominato anche Macchina 1T) partì nel 1957 mentre la produzione fu avviata nel 1959; realizzato in alcune decine di unità (circa 40) fu installato presso importanti aziende in Italia prime delle quali la Marzotto di Valdagno (VI) e il Monte dei Paschi di Siena. Questo ultimo esemplare è successivamente stato donato all'ITIS "Enrico Fermi" di Bibbiena (AR) dove è ancora oggi, straordinariamente, in funzione e utilizzato per scopi didattici. Oggi non ne restano che pochissimi esemplari al mondo, quello in possesso del Museo è composto dalla sola consolle di controllo. Al progetto ELEA9000 fecero seguito i progetti ELEA6000 ed ELEA4000, macchina questa dal grande successo commerciale.

Autore: Olivetti (costruttore/ produttore/ progettista) (1908/ 2003); Perotto Pier Giorgio (progettista) (1930/2003); Sottsass Ettore Jr. (designer) (1917/ 2007)

Datazione: post 1958 - ante 1958

Tipologia: tavolo di comando

Materia e tecnica: alluminio; rame; plastica; vetro

Categoria: informatica

Misure: 125 cm x 100 cm x 155 cm

Collocazione

Milano (MI), Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci"

Riferimenti bibliografici

I.B.M. Italia "Il calcolo automatico nella storia / Guida ai visitatori della mostra dedicata al "Calcolo automatico nella storia" ed organizzata dalla IBM ITALIA al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano", Milano 1959

I.B.M. Italia "Tre secoli di elaborazione dei dati", Milano 1975

I.B.M. Italia "Tre secoli di elaborazione dei dati", Milano 1980

Credits

Compilazione: Iannone, Vincenzo (2013); Reduzzi, Luca (2013); Schira, Renato (2013)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).