Ercole soffoca Anteo

Musi Agostino de; Sanzio Raffaello (bottega)

Ercole soffoca Anteo

Descrizione

Identificazione: ERCOLE E ANTEO

Autore: Musi Agostino de (1490/ 1536 post), incisore; Sanzio Raffaello (bottega) (1483/ 1520), inventore

Cronologia: ca. 1532 - ca. 1533

Oggetto: stampa smarginata

Soggetto: mitologia

Materia e tecnica: bulino

Misure: 175 mm x 224 mm (Parte incisa)

Notizie storico-critiche: S. Massari (in Bernini Pezzini... 1985) include l'opera tra quelle derivate da Raffaello, ma ritiene l'invenzione di scuola, nello stile delle opere che Marcantonio Raimondi realizzò su ispirazione del cartone della Battaglia di Cascina di Michelangelo. Anche Agostino Veneziano eseguì una copia degli Arrampicatori (Bartsch XIV, 318, 423), datata 1523, ed effettivamente la posa di Ercole richiama vagamente alla memoria quelle degli uomini michelangioleschi, ma nessuno di essi vi corrisponde esattamente.
Il soggetto raffigurato fa parte degli episodi della vita dell'eroe (cfr. Apollodoro, Biblioteca, II, 5, 11; Diodoro Siculo, IV): Ercole combatte contro il gigante Anteo, re della Libia, che si dice traesse la sua forza dalla madre Terra, e lo sconfigge tenendone il corpo sollevato da terra. Il volto di Anteo è visibilmente sofferente e assomiglia a quello della vecchia emaciata seduta, personificazione della Terra. Questa inserzione risulta estranea alla tradizione iconografica del tempo, che prevedeva la rappresentazione dei due soli corpi maschili avvinghiati nella lotta. A questo proposito si ricordi l'altra stampa dello stesso soggetto incisa da Agostino probabilmente negli anni Venti (B. XIV, 259, 347), di cui esistono anche una versione di mano di Raimondi (B. XIV, 258, 346; Massari 1985, p. 248 n. VII.1) e un chiaroscuro di Ugo da Carpi (B. XII, 117, 14), verosimilmente da un'invenzione di Raffaello o su modello di Giulio Romano, forse ispirata dal gruppo romano antico derivato da un bronzo ellenistico conservato a Firenze (Palazzo Pitti; Bober-Rubinstein 1986, n. 137; peraltro talvolta ritratto di profilo, cfr. ad esempio lo schizzo attribuito a M. van Heemskerck, Ib., n. 137a). Questa tipologia, così come anche quelle di ambito mantegnesco (B. XIII, 202, 1; B. XIII, 237, 16; B. XIII, 324, 13; cfr. invece la tavola di Pollaiolo agli Uffizi, Inv. 1890 n. 1478, in cui l'eroe è ripreso di spalle), prevedeva la figura di Ercole vista più o meno frontalmente: la stampa qui esposta, invece, si differenzia nettamente presentando l'eroe di profilo (una posa più simile alle rappresentazioni della lotta di Ercole con il leone Nemeo, cfr. ad esempio B. XII, 119, 17), spostato nella parte sinistra della composizione, mentre la figura della Terra occupa una posizione quasi centrale. Un disegno attribuito da Oberhuber a Michelangelo Anselmi, conservato a Cambridge (MA, Inv. 1977.9), presenta anch'esso Ercole e Anteo visti di profilo (sebbene Anteo non sia sollevato da terra): gli studiosi propongono che l'artista, più che al soggetto iconografico, fosse più interessato al motivo antico, probabilmente una gemma intagliata. Allo stesso modo, anche la stampa qui esposta ci pare poter riflettere un analogo prototipo.
La presenza del margine vuoto in basso, analogo a quello visibile in un altra stampa di Agostino (Il piccolo Ercole nella culla strozza i serpenti), fa pensare che i due fogli facessero parte di una medesima serie sulle imprese di Ercole. La data 1533 deriva da una edizione della lastra successiva al primo stato (in stati precedenti si legge infatti "1532"). cfr. Aldovini in Béguin/ Piccinini 2005.

Collocazione

Menaggio (CO), Villa Vigoni

Credits

Compilazione: Aldovini, Laura (2005)

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