Ritratto di Bouchardy

Uboldo, Ambrogio

Ritratto di Bouchardy

Descrizione

Autore: Uboldo, Ambrogio (1785-1865), incisore

Cronologia: post 1851

Oggetto: stampa

Soggetto: ritratto

Materia e tecnica: litografia

Misure: 8 cm x Ø 7,5 cm (parte incisa)

Notizie storico-critiche: La piccola litografia su legno di platano faceva parte dell'ampia collezione di opere d'arte di Ambrogio Uboldo, discendente di una ricca famiglia milanese di banchieri, cultore d'arte, erudito e consigliere dell'Accademia di Brera.
La ricca pinacoteca - la collezione contava poco meno che quattrocento beni - era costituita da opere eseguite da famosi artisti per lo più ottocenteschi. La serie di dipinti e sculture, fra cui si annoveravano opere di Tiziano (Ritratto di Giulio II), Gaudenzio Ferrari (Presepio), Francesco Hayez (Maria Teresa Imperatrice che presenta Giuseppe II agli Ungheresi; Betsabea al bagno; Sansone), Giuseppe Sogni (di cui il banchiere possedeva molte opere fra le quali diversi ritratti), Andrea Appiani (Rachele e Labano) era conservata presso la villa che l'Uboldo aveva fatto costruire (1808-1837) a Cernusco dall'ingegnere e architetto Carillo Rougier (attuale sede dell'ospedale).
La litografia in questione appartiene a un piccolo gruppo di incisioni eseguite direttamente dall'Uboldo che, oltre che collezionista, si dilettava nelle pratiche artistiche.
L'incisione è un ritratto di Bouchardy, successore presso il Grand Palais di Parigi di Gilles-Louis Chretien, inventore dello strumento chiamato in francese 'physionotrace' adoperato per la corretta definizione fisiognomica dei ritratti di profilo.
Il ritratto di Bouchardy, per la cui realizzazione è molto probabile che Ambrogio Uboldo abbia adoperato lo strumento in questione, presenta le caratteristiche della ritrattistica classica: il busto dell'uomo appare di profilo, iscritto all'interno di un cerchio, nessuna emozione traspare dall'espressione del volto. Bouchardy, come perfetta espressione del ceto borghese, è ritratto con gli abiti caratteristici della moda maschile ottocentesca: in camicia e redingote.
L'uso del legno di platano (l'indicazione della tipologia arborea appare trascritta a mano dallo stesso Uboldo sul retro) gioca un ruolo favorevole nella definizione cromatica dell'opera e del chiaro-scuro. La superficie già colorata del legno, infatti, dona alla litografia una tonalità calda su cui si innesta perfettamente l'inchiostro.
Mentre la maggior parte delle opere della collezione Uboldo andarono sfortunatamente disperse dopo la sua morte perché vendute, questa litografia fa parte del piccolo nucleo di beni rimasti presso la sede originaria e adesso proprietà dell'ente ospedaliero.

Collocazione

Non specificata.

Ente sanitario proprietario: A.S.S.T. Melegnano e della Martesana

Credits

Compilazione: Raimondo, Valentina (2012)

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