Pioppo nero

Galli, Federica

Pioppo nero

Descrizione

Identificazione: albero

Autore: Galli, Federica (1932-2009)

Cronologia: post 1992

Oggetto: stampa

Soggetto: vegetali

Materia e tecnica: acquaforte

Misure: 9 cm x 18 cm

Notizie storico-critiche: Donna riservata, ma comunicativa, dal carattere forte capace di intrecciare amicizie solide e durature, ma anche di repentine e irrimediabili rotture, Federica Galli sÂ'impone nel panorama dellÂ'arte contemporanea con un linguaggio poetico e figurativo considerato in controtendenza, con una tecnica ostica come lÂ'incisione allÂ'acquaforte, che si esprime solo in bianco e nero e dà origine a multipli in unÂ'epoca dove imperano altri generi artistici (astratto, metafisico, avanguardia etc.), il colore, e vige il credo dellÂ'opera unica.
Federica Galli dimostra sin dallÂ'infanzia una speciale predisposizione al disegno e un carattere molto determinato, tanto da convincere i genitori, benestanti, ad iscriverla (è il 1946) al liceo artistico a Milano. Proseguirà gli studi allÂ'Accademia di Brera, conseguendo il diploma nel 1954.
NellÂ'osservarla si apprezzava soprattutto lo sguardo acuto e sorridente, e si apprezzava la capacità di stare in solitudine e in compagnia con la medesima disinvoltura. Così sicura di sé da non doverlo far pesare a nessuno.
La passione e la padronanza per il disegno puro, ma anche la scarsità di mezzi, che accompagnano gli anni giovanili di Federica, la spingono a dedicarsi a una tecnica particolare, quale è lÂ'incisione. È, infatti, una forma dÂ'arte che può essere realizzata in poco spazio - lo stesso che Federica condivide con delle compagne di studio - con materiali poco costosi e poco ingombranti e, soprattutto, non implica sostanze maleodoranti e nocive se non per limitate e isolate fasi di lavoro. Nei primi anni dÂ'attività trova ispirazione negli scorci della Milano che mostra le ferite dei bombardamenti che hanno sfregiato parte degli edifici della città e nei paesaggi piani e lattiginosi della pianura padana dove ha vissuto una spensierata adolescenza, lontana dal conflitto che colpiva centri più abitati; negli alberi dove rifugia le sue fantasie giovanili e dei quali sa trasferire sulle tavole lÂ'essenza poetica. Le prime piccole lastre sperimentali vengono notate e nel 1958, con acquerelli e dipinti, la galleria Prisma di Brera le dedica la prima delle innumerevoli mostre personali che verranno allestite in tutta Italia.
«In quegli anni capii che con lÂ'incisione potevo lasciare un segno importante e unico mentre nella pittura ero unÂ'artista come tanti» una riflessione per cui abbandona definitivamente la pittura, nel 1963, e che sottolinea unÂ'altra caratteristica tipica dellÂ'artista: la piena consapevolezza del proprio talento e dei propri limiti. La Galli è una delle rare artiste che si sia dedicata esclusivamente allÂ'incisione realizzando oltre mille soggetti.
La biografia di Federica Galli è contrassegnata dai viaggi culturali in giro per lÂ'Europa, dalle mostre personali e collettive - pubbliche e private -, dagli incontri fruttuosi con critici e letterati del tempo, ma anche dal succedersi degli acquisti dei torchi calcografici, dal più piccolo acquistato nel 1956 che le impone la realizzazione di opere di dimensione ridotta, allÂ'ultimo - grande e professionale - comprato nel 1964 ancora oggi in uso nella fondazione voluta dallÂ'artista per disposizione testamentaria. Il torchio è uno strumento indispensabile allÂ'incisore a cui la Galli ha dato grande importanza, così come a tutto ciò che ha riguardato il suo mestiere. Sin da giovane gli amici e i collaboratori riferiscono unÂ'attenzione maniacale verso i dettagli: per gli attrezzi e i materiali, così come per la fase inventiva. QuestÂ'ultima consta di tre fasi di lavoro, quella creativa tipica del mestiere dÂ'artista e quella tecnica che nellÂ'incisione consiste di due momenti: lÂ'incisione vera e propria della matrice e, successivamente, la stampa su foglio di ciò che si è inciso. La fase inventiva e creativa della Galli inizia con lunghe e meditate osservazioni della natura dove esegue le prime linee sulla matrice, en plein air; un metodo di lavoro considerato normalmente proibitivo per lÂ'incisore allÂ'acquaforte e nel passato praticato, si favoleggia, solo dal grande Giambattista Piranesi. Dopo alcuni giorni di lavoro dal vero la Galli si trasferisce nello studio dove rifinisce i dettagli, per giorni o settimane. Completata lÂ'incisione della matrice questa viene immersa nellÂ'acido (acqua forte) perché corroda i segni scalfiti nella vernice in modo che diano il risultato voluto. La tecnica dellÂ'incisione ha in Rembrandt uno dei massimi maestri della nostra storia, la Galli ha modo di osservare i suoi capolavori nel 1956 in occasione della più imponente retrospettiva mai dedicata al maestro olandese nella serie di mostre organizzate fra Amsterdam, Rotterdam e Leyden, in un viaggio di studio che ne precederà molti altri e dal quale viene, a sua detta, folgorata.
LÂ'intelligenza, la sensibilità e la disciplina ferrea della Galli la portano, nellÂ'arco della sua vita, a conoscere critici, studiosi, galleristi e collezionisti competenti e generosi che la stimoleranno enormemente e contribuiranno alla sua crescita intellettuale e arti

Collocazione

Non specificata.

Credits

Compilazione: Boccaletti, Paola (2014)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).