Pantheon dei Martiri della Libertà

Parmiani, Enrico

Pantheon dei Martiri della Libertà

Descrizione

Titolo proprio: Tommaso Castelli-Diana

Identificazione: Ritratto di Tommaso Castelli-Diana

Autore: Parmiani, Enrico (notizie 1835-1851), incisore

Cronologia: 1851

Oggetto: stampa

Soggetto: ritratto

Materia e tecnica: bulino

Misure: 145 mm x 195 mm (parte figurata)

Notizie storico-critiche: La stampa a bulino su lastra d'acciaio, tratta da un un volumetto composto dalle incisioni estratte dai due volumi del "Pantheon dei martiri della libertà italiana" usciti nel 1851 con grande successo di pubblico e stampa, raffigura Tommaso Castelli-Diana (Ozieri, 1811-1848), un eroe dimenticato delle cinque giornate di Milano, qui ritratto in divisa militare con giacca a doppio petto e bottoni dorati con mostrine sulle spalle. Il viso è serio e accigliata con baffi all'umberta e capelli corti ravviati sulla fronte alta e portati in avanti sulle tempie. Nella stampa è indicato il nome del litografia (Parmiani). A riportare alla luce la figura e la storia del militare ozierese è stato Gianfranco Saturno, tenace ricercatore di personaggi e di eventi della storia cittadina. Nel recupero degli atti relativi al valoroso ufficiale, il cui sacrificio era stato suggellato dall'inserimento tra i martiri dell'indipendenza italiana, Saturno è stato sostenuto dalla dirigenza del museo Risorgimentale, dove è custodita che la carriera militare del soldato ozierese.
Da tale documentazione, e dal registro dei battesimi della cattedrale cittadina, si apprende che Tommaso Castelli-Diana nacque 1811. Il padre Raffaele si trovò a comandare la città di Iglesias, dove il giovane Tommaso, a soli tredici anni, diede prova di grande coraggio intervenendo decisamente ad interrompere un duello fra due caporali veterani del presidio. L'episodio confermò l'inclinazione del giovane verso la carriera militare. Nel 1830 entrò da semplice cadetto nel battaglione Cacciatori di Aosta. Dopo un corso di specializzazione presso il Foux di Torino ottenne il grado di tenente e quindi di capitano. L'occasione per lui venne nei moti milanesi. Nella successiva rotta dell'esercito egli assunse il compito di sorvegliare Porta Romana. Armato di uno stutzen tolto ad un tirolese cercò di opporsi all'avanzata dei croati. Tre pallottole una sotto l'occhio sinistro, e le altre due al cuore, posero fine alla sua vita. Le sue ossa non ebbero sepoltura separata e finirono nella fossa comune.

Collocazione

Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Museo dell'Ottocento

Credits

Compilazione: Fracassetti, Lisa (2012); Malenza, Sarah (2012)

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