Pantheon dei Martiri della Libertà

Parmiani, Enrico; Tommasini

Pantheon dei Martiri della Libertà

Descrizione

Titolo proprio: Santorre Santa Rosa

Identificazione: Ritratto di Santorre Annibale Derossi

Autore: Parmiani, Enrico (notizie 1835-1851), incisore; Tommasini (notizie sec. XIX metà), disegnatore

Cronologia: 1851

Oggetto: stampa

Soggetto: ritratto

Materia e tecnica: bulino

Misure:

Notizie storico-critiche: La stampa a bulino su lastra d'acciaio, tratta da un un volumetto composto dalle incisioni estratte dai due volumi del "Pantheon dei martiri della libertà italiana" usciti nel 1851 con grande successo di pubblico e stampa, raffigura il patriota e rivoluzionario Santorre Annibale Derossi, noto come Santorre di Santa Rosa, nonché conte di Pomerolo, signore di Santarosa (Savigliano, 1783 - Sfacteria, 1825). Nella stampa sono indicati il nome dell'incisore (Parmiani) e del disegnatore (Tommasini).
Leader del Risorgimento Italiano, era figlio di un generale dell'Esercito Sardo rimasto ucciso nella battaglia di Mondovì del 1796. Santarosa entrò al servizio di Napoleone durante l'annessione del Piemonte alla Francia, e fu Sottoprefetto di La Spezia dal 1812 al 1814. Rimase comunque di sentimenti lealisti verso Casa Savoia, e dopo la restaurazione del Re di Sardegna nel 1814, restò nel servizio pubblico. Durante la breve campagna d'armi dell'Esercito Sardo alla frontiera sud- orientale della Francia nel 1815, servì come capitano dei Granatieri, e successivamente fu impiegato al ministero della guerra. L'esplosione rivoluzionaria del 1820, che si estese dalla Spagna a Napoli, sembrò offrire ai patrioti un'opportunità per assicurare l'indipendenza all'Italia. Quando, nel 1821, l'esercito austriaco si mosse verso il meridione per aggredire i Napoletani, Santarosa entrò nella cospirazione che voleva l'intervento dei Piemontesi in favore dei Napoletani. Il 6 marzo 1821 Santarosa e tre associati ebbero un colloquio col Principe, e il 10 il "pronunciamiento" dei militari proclamò la costituzione spagnola. Il movimento, che non aveva alcun reale appoggio popolare, collassò molto presto. Santarosa, arrestato e poi liberato da dei simpatizzanti, fuggì in Francia. Per un certo tempo visse a Parigi sotto il falso nome di Conti. Qui scrisse in francese e pubblicò nel 1822 il suo "La revolution piemontaise", che attirò l'attenzione di Victor Cousin. Da questi fu aiutato e nascosto, ma il governo francese scoprì il suo rifugio, lo imprigionò e in seguito lo espulse da Parigi. Dopo un breve soggiorno prima ad Alençon e poi a Bourges, trovò rifugio a Londra. Si trasferì a Nottingham, nella speranza di potersi mantenere insegnando il Francese e l'Italiano. Nel 1824 accompagnò il conterraneo Giacinto Collegno in Grecia. Quando l'8 maggio 1825 le truppe egiziane attaccarono l'isola di Sfacteria, presso Navarrino, Santarosa fu ucciso.

Collocazione

Lovere (BG), Accademia di Belle Arti Tadini. Museo dell'Ottocento

Credits

Compilazione: Fracassetti, Lisa (2012); Malenza, Sarah (2012)

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