Palazzo Diocesano
Mantova (MN)
Indirizzo: Piazza Virgiliana, 55 (Nel centro abitato, integrato con altri edifici) - Mantova (MN)
Tipologia generale: architettura religiosa e rituale
Tipologia specifica: monastero
Configurazione strutturale: Il palazzo Diocesano è un grosso corpo di fabbrica a due piani fuori terra di forma quadrata con ampio chiostro interno. I bracci sud ed ovest sono ampi e comprendono una successione di ambienti coperti da solai piani in latero-cemento. Il braccio est ha forma più irregolare che sporge in direzione nord con ambienti per lo più voltati a crociera, a metà del quale vi è una cappella con colonne in pietra. Il braccio nord è più stretto e contiene solo il porticato. Nell'angolo nord-ovest lo scalone monumentale in pietra conduce al piano primo, dove, superiormente al porticato, corre un corridoio o galleria aperta da piccole bifore chiuse da finestre. Gli ambienti di questo piano hanno solai in latero-cemento. Nell'angolo sud-est la sala delle armature, ristrutturata di recente, conserva a vista la struttura del tetto a capriate in legno. La copertura dell'intero bene è a due falde a padiglione con struttura in legno e manto in coppi.
Epoca di costruzione: sec. XV - sec. XVIII
Autori: Pozzo, Paolo, progetto facciata e scalone
Descrizione
La lunga facciata a due piani color avorio si distingue per lo stile neoclassico. Le linee orizzontali disegnate nell'intonaco al piano terreno delineano un finto bugnato sugli architravi delle finestre mentre l'intonaco liscio al piano superiore è interrotto da aperture che presentano cornice soprastante in aggetto o timpani di coronamento. Il ritmo della facciata è differente al centro dove si trova un ordine minore di lesene con volute sovrastato da un grande timpano triangolare. Il gioco di lesene e timpani sulle aperture della parte centrale si ripresenta sui lati corti per la sola profondità del corpo principale del palazzo. Si accede al complesso da un androne che rivela linee e riquadrature neoclassiche e conduce al grande chiostro porticato su tutti i lati dove l'atmosfera è resa ancora più tranquilla e riparata dalla città dalla presenza di quattro grandi tigli piantati al centro del cortile. Il porticato del chiostro ha undici occhi di portico verso l'interno e nove sul lato di ingresso e sul lato opposto. Le arcate appoggiano su pilastri sui lati più lunghi e su colonne sui lati più corti. Ad ogni arcata del piano terra corrispondono al piano primo due finestroni con apertura ad arco che conferiscono grande luminosità al corridoio interno. Il portico è coperto da volte a crociera come diversi degli ambienti interni. Nell'angolo nord-ovest lo scalone monumentale in pietra conduce al piano primo, dove, superiormente al porticato, corre un corridoio o galleria. Nell'angolo sud-est la sala delle armature, ristrutturata di recente, conserva a vista la struttura del tetto a capriate in legno. Negli interni anche una cappella con colonne in pietra.
Notizie storiche
Il Palazzo del Museo Diocesano è un edificio fortemente legato alla storia ed all'urbanistica della città. Fu eretto nel XIV secolo come monastero agostiniano intitolato a S. Agnese e dotato di chiostro e chiesa. La posizione originaria aveva un contesto notevolmente differente. Collegato al Monastero di S. Anna ed alla Chiesa del Soccorso, era posto nell'area tra la parte più antica della città ed il Porto dell'Ancona, ovvero l'insenatura del Lago di Mezzo divenuta piazza Virgiliana in seguito all'interramento. Dal monastero prendeva il nome l'area pubblica: Contrada di S. Agnese. L'importanza del luogo è testimoniata da due visite dell'Imperatore Carlo V che non mancò di passeggiare per le stanze del palazzo nel 1530 ed ancora nel 1532. Quando nel Settecento a Mantova vennero soppressi i monasteri ed i conventi la sorte fu seguita anche dal Monastero di S. Agnese. Il complesso nel 1775 entrò quindi in proprietà pubblica e l'area venne frazionata. Il palazzo fu adibito ad orfanatrofio e poi a caserma, sotto il titolo di Caserma di S. Agnese, mentre la chiesa venne demolita nel 1806 dal nuovo proprietario del terreno che realizzò sull'area un giardino privato. Negli ultimi anni del Settecento Paolo Pozzo ne progettò la nuova facciata in stile neoclassico: sono gli stessi anni in cui si diede inizio all'interramento della piazza antistante utilizzando anche il materiale di demolizione delle mura del monastero. Alla metà del XX secolo la Diocesi lo acquistò e vi fece un servizio per la scuola: la "Casa dello studente Beato Contardo Ferrini". Progressivamente venne adibito a sede di servizi per la diocesi e iniziò ad ospitare opere d'arte. Il museo contenuto nel palazzo, noto come Museo Diocesano "Francesco Gonzaga", frate francescano cui è dedicato, venne inaugurato nel 1983, nove anni dopo la mostra tenutasi a Palazzo Ducale intitolata 'Tesori d'arte nella terra dei Gonzaga' che ispirò la collezione. Contiene un'esposizione permanente di opere provenienti dalle chiese appartenenti alla diocesi mantovana di indubbia ricchezza . Il restauro della facciata esterna è del 2008.
Uso attuale: p. 1: museo; p. t.: abitazione; p. t.: uffici; p. t.: aule; p. t.: cappella
Uso storico: intero bene: convento; intero bene: orfanotrofio; intero bene: caserma; intero bene: casa dello studente; piano primo: museo
Condizione giuridica: proprietà Ente religioso cattolico
Riferimenti bibliografici
Restori V., Mantova e dintorni. Guida storico-artistica-topografica, Mantova 1937
Amadei F./ Marani E./ Praticò G., Cronaca universale della città di Mantova [1737-1750], Mantova 1955, V. II, p. 540
Mezzanotte G., Architettura neoclassica in Lombardia, Napoli 1966, p. 211
Guida Italia, Guida d'Italia, Lombardia, TCI, Milano 1987
Mantova, Mantova, Milano 1992
Lombardia Bergamo, Lombardia: Bergamo, Brescia, Lodi, La Valtellina e il Garda, Mantova, Cremona, Pavia, Milano 1996
Fonti e Documenti
Archivio della Soprintendenza per i beni Architettonici e Ambientali di Brescia, Mantova e Cremona, fasc. n. 522/2, Mantova - Museo diocesano.
Tesi di laurea di Laura Bertagna, Il museo diocesano "Francesco Gonzaga" di Mantova, Università di Parma, aa. 1999-2000.
Credits
Compilazione: Catalano, Mara (2002); Marino, Nadia (2002); Vergani, Cristina (2002)
Aggiornamento: Comin, Isabella (2014)
Descrizione e notizie storiche: Comin, Isabella
Fotografie: Comin, Isabella
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/architetture/schede/MN210-00001/
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