Le croci medievali

Nel Museo sono conservate due croci che sono tra le più antiche presenti nella Diocesi di Como. Quella proveniente dalla chiesa di San Sebastiano a Chiavenna presenta bracci privi di ornati che si dilatano verso l’estremità. Alla sommità del braccio verticale vi è un castone circolare che oggi accoglie un vetro moderno ma che in origine conteneva una reliquia.

Croce (Chiavenna)

Croce astile del XII secolo

La figura di Cristo vivo tradisce una certa vivacità grazie al capo leggermente inclinato, le lunghe braccia arcuate verso il basso, il fianco destro rialzato, le gambe flesse e il modellato vibrante. Il volto presenta gli occhi aperti allungati, con pupille a rilievo, naso greco e barba a pizzo accuratamente delineata, come lo sono i capelli divisi in ciocche. Il perizoma, a forma di mezza tunica, è trattenuto da una fascia annodata sul davanti. Per coerenza di proporzioni, naturalismo e vitalità questo è uno dei migliori esemplari tra le croci astili duecentesche di area comasca. Studi recenti la inseriscono nella produzione di botteghe lombarde operanti su modelli renani nel XII secolo.

Croce (Piuro)

Croce astile del XII secolo

Viene da Piuro un’altra croce astile dai bracci modanati, all’intersezione dei quali si delinea una superficie circolare. Alla loro estremità vi sono incastonature ovali contenenti cristalli di rocca di fattura moderna (uno è privo della pietra). La figura di Cristo, del tipo patiens (con gli occhi chiusi), presenta un modellato rigido ed essenziale. Il volto allungato è incorniciato da una capigliatura compatta scarsamente definita. Dal capo si protendono tre piccoli segmenti a suggerire un’aureola crocesignata. Poco definite sono anche le lunghe braccia e le gambe magre e parallele, con i piedi appaiati fissati su un piccolo suppedaneo. Il perizoma, quasi alle ginocchia, è fissato in vita da una fascia con grande nodo centrale.
La croce, databile al XII secolo, si inserisce come quella di Villa di Chiavenna nel gruppo di croci medievali di fattura lombarda, se non comasca (Scaria, Rovenna, Bema) che risentono di influssi renani. Lo dimostrano le consonanze con la croce della parrocchiale di Gornhofen, quella detta “di Theodorico” del Museo Diocesano di Mainz e quelle riferite all’ambito di Roger von Helmerscheusen conservate nello Schnütgen Musewum di Colonia e nel Museo di Saint Louis (USA).

Ultimo aggiornamento: 4 Settembre 2019 [cm]