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17. Francesco Sforza a Giovanni Serrati da Pontremoli 1449 luglio 25 San Vittore

[ 41r] Vacat. Concesso castro domino Tiberto Brandolino.
In villa Sancti Victoris, 25 iulii 1449.
Franciscus Sfortia, et cetera.
Ordini et modi per nui dati ad Iohanne de Seracte da Pontremolis, castellano dela rocha de Castello Arquato (1), li quali lui deve firmiter et inviolabiliter observare et adimpire et in cosa alcuna non contrafare per modo alchuno, videlicet:
imprimis, de tenere et con ogni cura, studio et vigilantia guardare la dicta rocha ad nome, fidelità et obedientia nostra, et quella per niuno tempo non consignare ad homo che viva senza nostra expressa licentia in scriptis et senza lo contrasigno havimo con lui.
2°, de non receptare in la dicta rocha da due persone in suso senza nostra licentia et, quando volerimo che in la dicta rocha recepte gente alcuna, la littera che gli scriverimo serrà soctoscripta de nostra mano propria con uno signale denanci et uno dreto, como sta qui de socto, et in quella littera serrà la corniola nostra grande con la cera rossa, como sta qui de sopra. Ma questo secundo capitulo nui non intendimo per modo alcuno per Alexandro Sforza nostro fratelo, perché siamo contenti et volimo che lui possa intrare dentro a dicta rocha et mecterli cavalli et fanti como allui parerà senza contradictione alcuna.
3°, che lui non possa ussire fuora dela dicta rocha, cioé fuora delo ponte de quella, socto pena dela testa, et che tenga tucte le soe paghe et fanti ch'è tenuto tenere, che siano boni et fidati.
4°, de fare ogni altra cosa degono et sonno tenuti fare li boni, veri, derecti et fideli castellani verso loro signori.
Francischus Sfortia manu propria subscripsit (a).
Cichus.


(a) La lettera è depennata con un tratto obliquo a penna.

(1) La carica non è segnalata da SANTORO (Gli uffici).