Registro n. 1 precedente | 18 di 103 | successivo

18. Francesco Sforza a Biagio da Renda 1458 febbraio 11 Milano

[ 42r] Mediolani, xi februarii MCCCCLVIII.
Ordini che volemo ti, magistro Biasio da Renda, castellano della rochetta et conestabile della porta de Sancto Luca della cità nostra de Cremona (1), debbii observare finché starai alla guardia d'essa rochetta et porta.
Primo, volemo che dicta rochetta et porta con bona fede, cura et vigilantia debbii servare et guardare ad nuy et alla nostra illustrissima consorte, madonna Biancha, et alli nostri figlioli et successori, et non la consigni may ad persona del mondo, sia che se voglia, se non tello scrivemo per littere de nostra propria mano et se non vedi la parte del contrasigno havemo con ti.
Item, volemo che dentro de dicta rocchetta non debbii mai lassare intrare più de doy persone ad uno tracto, le quale persone prima le lassi intrare volemo le cognoschi molto bene et intendi chi siano, salvo che, quando la prefata nostra consorte volesse intrare in quella, volemo la lassi intrare con tucti quelli la havesse con sì. Et quando nuy voremo che in dicta rochetta recepti più uno como uno altre ultra le due persone, te lo scriveremo per littere soctoscripte de nostra propria mano et dentro d'esse serà sculpita la nostra corniola grande in cera rossa, como sta qui de sopra. Dicimo benchè, quando accade de venire là overo partirse alcuno cavallaro con littere de importantia, semo contenti lo lassi intrare et uscire, constandote però prima che porti lictere importante. Et in questo apri multo l'ochii, che non sii inganato.
Item, volemo che dì et nocte staghi continuamente sollicito alla guardia de dicta rochetta et porta et che continuamente dormi in la torre d'essa rochetta et may non debbii uscire fora de dicta rochetta se non con nostra lictera sottoscripta de nostra propria mano, salvo che possi per tuo piacere de ti andare per l'orto de dicta rochetta.
[ 42v] Item, volemo che quelle monitione hay delle nostre in dicta rochetta et porta le debbii molto ben servare et non ne consumare né dare cosa alcuna, né piccola né grande, ad homo che viva se non tello scrivemo per littere sottoscripte de nostra propria mano. Et ultra le nostre monitione volemo che continuamente stey fornito delle toe almancho per sey mesi.
Item, volemo che continuamente debbii tenere tucte le tue paghe integramente, che sia fidate, sufficienti, et per la mità balestreri et l'altra mità pavesani, et de quelle ne facci debita descriptione et monstra secundo li ordini nostri del bancho de soldati.
Item, non volemo che in dicta rochetta né porta facci né lassi fare per alcuno taverna, beccaria, né fraudare datii per alcuno modo né gli giochi né lassi giocare et né fare verun'altra cosa sia contro gli ordeni nostri predicti.
Le quale tutte cose sopradicte observarai fidelmente et diligentemente sotto pena della testa et ogni altra pena parerà ad nuy.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(1) La carica di «conestabile della porta de Sancto Luca» di Cremona non è segnalata da SANTORO (Gli uffici).