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61. Francesco Sforza a Filippino da Annone 1459 gennaio 5 Milano

[ 97v] MCCCCLVIIII.
Ordines dati Filippino de Annono, castellano arcis Annoni (1).
In Mediolano, die quinto ianuarii.
Primo, volimo et te commandiamo che dì et nocte continuamente debii guardare la dicta nostra rocha de Annone et la debii servare ad nuy et nostri figlioli et successori et quella non consignare may ad persona del mondo, sia chi se voglia, per littere te fussero scripte o ambassiate te fussero facte, si non quando te lo scriverimo nuy per nostre littere soctoscripte de nostra propria mano et te mandaremo la parte del contrassigno havemo con ti.
Secondo, volimo che may, de dì né de nocte, per niuna rasone né casone, te debii absentare dala guardia de dicta rocha né de quella ussire se non haveray licentia da nuy per nostre littere soctoscripte de nostra propria mano, in le quali nostre littere sia scolpita la nostra corniola dal bissone in cera verde, come sta qui da capo.
Tertio, volimo che dentro dicta forteza non debii may receptare, oltra le tue paghe, più che una persona ala volta, salvo quando te lo scriveremo nuy per nostre littere soctoscripte de nostra propria mano in le quale serà scolpita la nostra corniola del pino in cera rossa, come sta qui de sopra.
Quarto, volemo che tucte le nostre munitione troveray in dicta rocha overo che gli faremo mettere per l'advenire lo debii ben servare et de quelle non debii may consiniare né dare ad persona niuna [ 98r] cosa alcuna, nè picola né grande, se non te lo scriveremo nuy per littere soctoscripte de nostra propria mano.
Quinto, volemo che continuamente debii tenere tucte le tue paghe integramente, bone, sufficiente et fidate, per la mittà balistreri et l'altra mittà pavesani, et de quelle fare le monstre secondo l'ordini del banco nostro deli soldati.
Sexto, volimo che oltre le nostre munitione debii stare molto ben fornito dele tue et havere sempre tante victualie dele tue in dicta rocha che te possano bastare almanco sey mesi.
Septimo, non volimo che in dicta rocha debii fare taverna né becharia né patire se gli faci per alcuno altro né zugare né lassar zugare né inganare né lassar fraudare li nostri datii per alcuno modo, imo prestaray ogni honesto aiuto et favore perché possino scodere li datii et non siano inganati.
Ultimo, volimo che, stando assiduo con fede et grande vigilantia ad la guardia de dicta nostra forteza et dela terra de Annone, sentendo cosa alcuna che concernesse l'honore, bene et stato nostro, subito ne debii per tuo messo o littere advisare et fare tucte le altre cose che debbe caduno fidele castellano et servitore verso el suo signore.
Le quale tucte cose soprascripte te commandiamo debii servare et far servare, socto pena de perdere la vitta et la robba et ogni altra pena che parerà ad nuy.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.


(1) La lettera di nomina di Filippino da Annone (1459 gennaio 13) e l'inizio della sua carica (1459 marzo 1) sono successivi alla data della missiva registrata (cfr. SANTORO, Gli uffici, p. 677).