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97. Francesco Sforza ad Antonello da Lugo 1455 gennaio 8 Milano

[ 135v] Ordines servandi per castellanum arcis nostre Burgi Sancti Donini.
Mediolani, die octavo ianuarii MCCCCLV.
Li infrascripti sono li ordini che noy dicimo a ti, Antonello da Lugo, castellano della nostra rocha et forteza del Borgo Sancto Donino, del diocesi parmesano, li quali volimo debbi molto bene intendere et observare integramente et tenerli secreti, non contrafacendoli in cosa alcuna, sub pena capitis.
Primo, volimo che ti, Antonello predicto, tegni et servi quella nostra forteza et rocha del Borgo Sancto Donino ad nome, fidelità et obedientia nostra, tenendola fornita del compito numero delle paghe deve tenere, secondo in la lettera patente te havimo concessa se contene, le quale paghe siano delle terre et lochi nostri, longe et distanti da quella terra del Borgo Sancto Donino per spatio de vinti miglia almanco et che siano apte, sufficiente, bene fidate, et per la mità balistreri et l'altra mità pavesani, secondo in dicte nostre littere se contene, delle quale ne farai la debita scriptione qui alla bancha predicta di collecterali nostri di soldati et le monstre ad ogni requisicione d'essi collecterali et tucte le altre cose che rechiedono l'ordini della bancha predicta.
Secondo, dicta rocha et forteza non consignarai may ad homo né persona alcuna del mondo, et sia chi se voglia, senza nostra littera sottoscripta de nostra propria mano, come è qui de sotto, et senza la parte del contrasigno quale havimo con ti.
Tertio, non volimo che may debbi ussire fora del ponte de dicta rocha senza nostra littera soctoscripta de nostra propria mano con la nostra corniola picola in cera rossa, como sta qui de socto.
[ 136r] Quarto, non volimo che dentro da quella possi né debbi receptare gente né persona alcuna da doe persone in suso senza littera sottoscripta de nostra propria mano et con la nostra corniola grande in cera biancha, como sta qui de sopra.
Quinto, volimo che tucte le monitione sonno in quella rocha vel gli faremo mettere per l'avenire debbi bene guardare et conservare et de quelle non ne movere né consumare cosa alcuna, né picola né grande, né per littere né ambasiate te fossero scripte o facte darne veruna a persona del mondo se non te lo scrivemo nuy per littere sottoscripte de nostra propria mano, como è questa.
Sexto, volimo che per tucto mazo proximo avenire te debbi havere fornito de monitione delle toe per sei mesi et così staghi continuamente fornito de monitione delle toe per sey mesi, como fanno tucti l'altri nostri castellani et l'ordini nostri rechiedono.
Septimo, volimo che in quella nostra forteza non faci né lassi fare taverna né becharia alcuna et che te debbi portare bene et honestamente.
Franciscus Sfortia Vicecomes manu propria subscripsit.
Cichus.