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1106. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza (1452 novembre 5 "apud Calvisanum").

Francesco Sforza dice al fratello che, visto che il nemico ha fatto andare in campo le "soe gente" con Carlo e Matteo da Capua, è certo sia l'occasione propizia per fare la stessa prestazione resagli a Caravaggio; agisca e non perda tempo. Lo informa di aver scritto al luogotenente di Lodi per la fornitura dello strame.

[ 264v] Domino Alexandro.
Havimo veduto quanto ne hay scripto per una toa. Circa lo facto dicimo, secundo ancora te havimo scripto per un'altra, la quale siamo certi che haveray recevuta al data dela presente, che, havendo questi inimici revocato de ogni canto le soe gente et factoli venire in campo, et cossì el conte Carlo et Matheo da Capua, perchè disponemo per ogni modo de havere a fare con loro et non dubitamo che li farimo simile servicio che gli fecissimo a Caravazo, ziò che non ne porresti fare cosa che più ne piacesse. Et in questo non gli vogli perdere tempo alcuno, avisandone da quanto haveray facto.
Circa lo facto del strame, havimo inteso quello che tu scrivi. Dicimo ch'el tuo pensero ne pare sia bono, et però scrivimo al locotenente et a quella nostra communità che te diano ogni adiuto et favore che ne posse fare reponere, sichè vedi de farne reponere como te pare, ma considerato li gravissimi afani et damni che hanno supportati quelli nostri citadini, como tu say, perdio, vogli in questo facto et maximamente adesso, haverli bona advertentia et consideratione ad aptare la cosa in modo che quelli citadini non ne pigliassino desdigno alcuno, che tuta retornaria in nostro danno et in tuo poco honore et utile. Et siamo certi che se tu adapti questa cosa, como tu porray adaptare, tu faray reponere del dicto strame senza lamenta de alcuno. Data ut supra.
Irius.
Cichus.