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1307. Francesco Sforza ad Achille Corsico (1453 gennaio 5 Milano).

Francesco Sforza scrive a Achille Corsico d'aver saputo del furto delle cose agli uomini del Cremasco commesso dai suoi, nonostante il salvacondotto ducale. Si porti immediatamente là e provveda che il tutto sia restituito o se ne risarcisca il valore.

Achili Corsico, connestabili.
Como tu debbe essere informato, foreno tolte et robbate de molte cose por li toy al'homini de Cremasca sotto nostro salvaconducto; la qual cosa più ne rencresce et dole che non potrissemo dire né scrivere, perché de simili inconvenienti et mancamenti remane violata la fede et honore nostro, che non deliberemo patire per cosa del mondo. Pertanto commettimo et volimo, per quanto tu hay cara la gratia nostra, che subito debbi havere facto restituire tuta la dicta robba, aut il precio, senza mancamento alcuno, certificandote che non lo facendo, may in nostra vita non se ho smentiarimo, caricandote etiam al tuo andare presto et volanter, avisandoni subito deli toy progressi.
Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.