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1745. Francesco Sforza a Pasquino de Zuccaro, podestà di Broni 1453 aprile 10 Milano.

Francesco Sforza richiama Pasquino de Zuccaro, podestà di Broni, all'assidua presenza in ufficio, ricordandogli che le sue frequenti assenze richiederebbero un ritocco del suo salario. Non si ripeta, perché gli garantisce una conveniente punizione.

Pasquino de Zucharo, potestati Brone.
Cum grande displicentia havemo inteso che tu stay per la più parte del tempo absente dal tuo officio de Brone, che è contra al tenore dela littera d'esso officio a ti concessa.
Per la quale toa absentia quelli nostri homini ne vengano ad supportare grande danno et mancamento, et tu anchora meritaresti che te fusse levato il salario per tuto quello tempo che sei stato absente, et per questo intenderesti che non te redundasse in bene l'absentarti senza nostra licentia. Or questa volta non te dicemo altro, ma ti dicimo et ti commandiamo che, recevuta questa, subito ritorni ad esso offitio et da lì non te partiray senza nostra licentia, certificandote che, se più ne sentiremo novella, te farimo far punitione a ti condigna. Data ut supra.
Bonifacius.
Cichus.