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1839. Francesco Sforza a Luchina dal Verme 1453 aprile 27 Milano.

Francesco Sforza, manifestato a Luchina dal Verme il rincrescimento per la vertenza che ha con i figli del defunto Galeoto Toscano, e inteso che da Giorgio Piato e da Tommaso Morone, commissari della causa, è stato disposto che le parti producano entro il mese le loro ragioni e prove, vuole che la vertenza abbia termine entro il giorno otto del prossimo mese.

Magnifice carissime nostre domine Luchine de Verme, como credemo essere noto ala magnificentia vostra, havemo sostenuto, neli tempi passati, molestia et despiacere assai per casone dela differentia quale vertisse tra la magnificentia vostra et li fioli che foreno quondam de Galeoto Toschano. Per le qual casone, desiderando nuy summamente se li metta fine et havendo inteso che per meser Zorzo Piato et meser Thomaso Morono, comissari nela dicta causa, è statuito termino peremptorio a tute doe le parte de fare ogni sua productione de rasone et ogni prove, quale vogliano fare per tuto il mese presente, li havemo strecti et commandatoli che per modo alcuno non faciano più proregatione nela dicta causa, ma che la debiano havere decisa et terminata ad octo dì del mese sequente. Ve ne habiamo aduncha vogliuto scrivere per aviso vostro aciò possa la magnificentia vostra fare sollicitare li soi qui et usare ogni diligentia circa le soe rasone, aciò mancamento alcuno non li intervenga in questa ultima dillatione. Data Mediolani, xxvii aprilis 1453.
Cichus.