Registro n. 12 precedente | 1868 di 2324 | successivo

1868. Francesco Sforza a Pietropaolo da Lavello 1453 maggio 4 Milano.

Francesco Sforza si compiace con Pietropaolo da Lavello per avere eseguito quanto ordinatogli contro quelli di Silvano autori del furto dei cavalli degli uomini d'arme di suo figlio Sforza cioè dell'inventario della roba dei colpevoli e della detenzione del padre loro.

[ 397r] Nobili dilecto nostro Petropaulo de Lavello.
Havemo recevuto la toa littera et inteso quello ne scrivi delle executione hai facto delle nostre littere contra quelli de Silvano si trovarono ad robare li cavalli de quelli homini d'arme de Sforza, nostro figliolo, ad Caselle, cioè in descrivere la robba loro et fare destenire il padre; de che te comendiamo. Pertanto volimo che tu fazi dare et consignare alli dicti homini d'arme, presenti exhibitori, tucta la robba hai facta descrivere de quelli sono culpevoli de questo facto. Et perché dice vorisse mandassemo là uno delli nostri, quale facesse dicta executione, te dicemo che, essendo ti lì, non saperiamo mandargli altro che fosse più nostro. Ben volemo et dechiaremo, per tenore de questa, che in futurum per questa (a) executione non te possa essere domandato cosa alcuna. Data Mediolani, die iiii maii 1453.
Zanectus.
Iohannes.

(a) Segue casone depennato.