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2174. Francesco Sforza a Gracino da Pescarolo e al referendario di Pavia (1453 giugno 28 "apud Senigam").

Francesco Sforza scrive a Gracino da Pescarolo e al referendario di Pavia di aver saputo da Giacomo Filippo Malombra quanto essi gli hanno detto circa la catena che verosimilmente è del duca. Ciò inteso, il duca comanda loro che, innanzitutto, impediscano a chi la possiede di disfarla e poi chiamino da loro quel Rollino, che passa per venditore e indaghino da chi l'ha presa o se era sua. Saputane la provenienza, ragguaglino di tutto il duca e gli esprimano il loro parere.

Gracino de Piscarolo et referendario Papie.
Havimo inteso quanto havite scripto a Iacomo Filippo Malumbra, nostro cancellero, de quella catena, qual trovate essere venduta et la quale verisimelmente debbe essere (a) nostra, perché simel cose non se soleno fare per citadini privati, del che ve comendiamo per la diligentia quale usate verso nuy in le cose nostre. Ma per respondere, et primo, circha la rechesta ve ha facta lo compratore de poterla desfare e meterla in suo uso, volimo che gli faciati commandamento expresso ch'el non la desfatia fina tanto che non gli diceriti altro, et subsequenter habiate a vuy quello Rolino, qual se dice haverla venduta, et sapiate da luy dondel'ha havuta et se l'era sua o nostra. Et studiatene intendere bene donde è venuta, et denique avisatece subito del tuto simul con apparere vostro de quanto sia a fare, et deinde ve avisaremo de quanto haveriti a fare. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.

(a) Segue vostra depennato.