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2258. Francesco Sforza al podestà di Lodi 1453 luglio 21 "apud Gaydum".

Francesco Sforza ordina al podestà di Lodi di sospendere la causa tra Leone da Codogno, uomo di Tiberto, e Marco Monsignore perché a Leone il duca non ha concesso la licenza di assentarsi dal campo, non essendo tempo di lasciar partire dal campo alcun uomo d'arme.

Potestati nostro Laude.
El strenuo Leone da Codogno, nostro homo d'arme dela compagnia del magnifico messer Tiberto, ne ha significato esserli mosta una certa questione a casa soa per Marco Monsignore, nostro citadino lodesano; il perché ne domanda la licentia dicto Leone de venire a defendere la casa soa. Ma non ne parendo el tempo de licentiare e lassare partire l'homo d'arme del campo, volimo e ve commettemo che faciati suspendere et soprasedere in la causa fina tanto se andarà aIe stantie, et ch'el predicto Leone potrà venire a sollicitare et alegare le ragione soe, como ne par ragionevele e degno. Data in castris nostris felicibus apud Gaydum, die xxi iulii 1453.
Ser Iacobus.
Cichus.