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2264. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi (1453 luglio 21 "apud Porzanum").

Francesco Sforza, aderendo alla richiesta del figlio Tristano, che gli chiede di avere un particolare riguardo per il lodigiano Cristoforo de Tradate, padre di un garzone che lui (tristano) ha in campo con sè, avendo presente che detto Cristoforo "è reducto a vegieza et anche povertà e malsano," il duca raccomanda al luogotenente di Lodi di non costringerlo a tutti quegli oneri cui soggiaciono gli altri, contento d'ogni bene che il luogotenente gli potrà fare in modo che anche nel figlio di Cristoforo cresca la volontà di servire bene Tristano.

[ 486v] Locumtenenti Laude.
Tristano, nostro filio, ha molto instato apresso noy che voliamo usare qualche clementia et agevoleza cum Christoforo de Tradato, nostro citadino Lodesano, patre d'uno suo garzone a qual ha in campo con sì, et alegando che dicto Christoforo è reducto a vegieza et anche povertà e malsano, domanda che delli carichi occurrenti el volissemo aleviare et exemptare. Il perché siamo contenti et volemo che vuy gli usati tute quelle comoditate, eseveleze e cortesie che sia possibile non lo astringendo a tute quelle graveze che portano l'altri, et maxime, trovandose solo in casa et infirmo, non ne pare ch'el sia bene comandarli le guardie. Seremo contenti d'ogni bene gli potrite fare, acioché al figliolo creschal'animo de ben servire esso Tristano. Data ut supra.
Ser Iacobus.
Cichus.
a In A grazone.