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2319. Francesco Sforza a Pietro da Lonate, commissario di Tortona (1453 luglio 31 "apud Gaydum").

Francesco Sforza, appreso da Pietro da Lonate, commissario di Tortona, e da Graziolo che il conestabile è andato con la sua compagnia ad Alessandria, lasciando il solo Baldassarre, suo figliolo, a tirar su la rimanenza di quello che gli spetta, vuole che Pietro si dia da fare per ricuperare quanto ancora dovutogli, così come ha sollecitato il vescovo a fare per quanto gli tocca.

Petro de Lonate, commissario Terdone.
Havemo, et per le toe et per lettere de Gratiolo da Vincensa, inteso como esso Gratiolo è andato ad Alexandria cum la compagnia soa, lassando lì Baldesarro suo ad retrare suxo el complimento deli soi dinari, el che a nuy è piaciuto. Et perché esso Gratiolo ne stringhe et prega molto, vogliamo providere che subito habia esso suo spazamento, aciò ch'el possa remetterse in puncto, te dicemo che con quella più sollicitudine et diligentia te sia possibile debii fare retrar suxo li dinari assignati a luy, sichè prestissimo li habia aciò che se ne possa valere, avisandote che per una nostra nuy scrivemo opportunamente al reverendo messer lo vescho, che dal canto suo facia tal provisione che dicto Gratiolo presto vengha spaciato et pagato. Data ut supra.
Bonifatius. Iohannes.