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855. Francesco Sforza ad Alessandro Sforza (1452 settembre 3 "apud Quinzanum").

Francesco Sforza vuole che il fratello Alessandro ammonisca gli ufficiali di non tollerare che la truppa di stanza a Lodi danneggi chi è in campo, com'è il caso di Defendino de Pasquale, la cui moglie sollecita il ritorno per danni e furti giornalieri di fieno e legna.

Domino Alexandro Sfortie.
La molie de Defendino de Pasquali da Lodi, nostro soldato, gli ha scripto una lettera gravandose molto et rechiedendolo ch'el vada a casa per obviare ali inconvenienti et robarie che dice gli feceno facte lì in Lodi per li soldati logiati apresso casa sua li quali, secundo lei dice, gli hano robato a tempo di nocte el feno e le ligne, et ogni dì gli fano pegio; del che ne siamo maravigliati che li nostri officiali li comportano simili excessi, maxime in quelli che stano chi a stentare qua in campo, che pur ne pareva se gli dovesse havere rispecto. Pertanto volimo che tu facii intendere questa cosa et gli facii remediare, acioché esso Defendino non habia cagione de domandarne più licentia de venire là como ha facto. Data ut supra.
Cichus.