Registro n. 12 precedente | 950 di 2324 | successivo

950. Francesco Sforza a Bolognino de Attendoli 1452 settembre 26 "apud Lenum".

Francesco Sforza dice a Bolognino de Attendoli d'aver appreso che i suoi prigionieri si aggirano tranquillamente per il castello. Ricordandogli di esperienze di fughe da lui patite, quali il caso del marchese di Cotrone e il recente fatto accaduto al forno di Monza, gli ordina di provvedere che i prigionieri siano sempre ben custoditi, eccezion fatta per quello di Lodi che è ammalato.

Domino Bolognino de Attendolis.
Siamo informati tucti quelli presoni sonno in quello nostro castello essere in libertà et andare per lo castello a suo bel piacere; del che ne havemo presa admiratione assay et non possiamo credere sia vero, considerato che vuy doveti molto pensare che ciaschuno, quale se retrova in presone, non pensa né cerca dì et nocte niuna altra cosa che de fugire et retornare in libertà. Et de questo voy havete vedute più et più experientie, como è stato del marchese de Cotrono et del'altri che vuy havevati lì che se sonno fugiti; anchora haveti inteso quello hanno facto questi dì li presoni che erano in lo forno de Monza per volere essere in libertà. [ 233r] Il perché, per ogni rispecto, volemo et per la presente ve commettemo debiate, recevuta questa, quanti presoni haveti in quello nostro castello, et Honofrio Ruffaldo et ogniuno del'altri, farli mettere sotto le presone et farli molto bene guardare et cum tale custodia che non possano fugire, excepto quello de Lode, quale è ingotado, che siamo contenti non faciate mettere in le presone, essendo amalato como l'he. Ex castris apud Lenum, die xxvi septembris 1452.
Iacobus.
Cichus.