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994. Francesco Sforza al capitano di Casteggio 1452 ottobre 9 "apud Lenum".

Francesco Sforza conferma al capitano di Casteggio di avere preso atto della disponibilità di quell'Ambrogio, suo prigioniero come pure di avere ricevuto i brevi di Venezia e Crema inviati a Guglielmo di Monferrato. Se Ambrogio farà ciò che si è offerto di fare, lo Sforza acconsente alla sua liberazione; se non sarà di parola, sua moglie e i suoi figli andranno in la galera e lui perderà ogni bene. Si accordi dunque con Scaramuza da Treviso per andare ad Alessandria, ove parlerà con il balì e Giorgio de Annono in modo che possano dargli aiuto.

[ 243r] Capitaneo Clastigii.
Havemo recevuto la toa littera et veduto quanto per quella ne scrive del modo hay servato per havere quello Ambroso in le mane et dela facenda che luy s'è offerto de fare, et cetera. Et anchora havimo havuto li brevi che scriveva la illustre signoria de Venexia et lo proveditore de Crema al signore Gulielmo; ala quale breviter respondendote, te commendiamo dela diligentia et solicitudine hay usata circa questa facenda. Et alla parte che luy s'è offerto de mandare ad executione quella cosa, essendo lassato de presone, dicemo che nuy siamo contenti che lo lassi et li dechiari molto bene; et se dal canto suo el non farà ogni opera de mandarla ad executione, che faremo mettere in fundo de una torre li figlioli et la mogliere che may non ussirano, et ultra ciò li faremo tore ciò che l'haverà in questo mondo. Ma anzi che lo lassi, ne pare, et cossi volemo, tu debbi intendere cum Scaramuza da Trivixo et ordinare cum luy che lo conduca con sì ad Alexandria et lo facia parlare con lo magnifico bayli, con Zorzo de Annono et con quelli altri nostri che sonno là, acciochè, facendo luy poy la facenda, li nostri ne siano avisati et possano presto darli succorso. Data in castris apud Lenum, die viiii octobris 1452.
Iacobus.
Iohannes.