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1009. Francesco Sforza ad Abramo Ardizzi 1453 gennaio 2 Milano

Francesco Sforza dice al famigliare ducale Abramo Ardizzi di aver visto quanto lui ha scritto e sentito quello che ha detto suo cugino Giacomo. Per tutta risposta gli ingiunge di riprendere il cammino verso il re di Francia passando per Asti, ove intenderà quanto il Balivo gli suggerirà. Adattato ogni suggerimento a quello che gli parerà opportuno, vuole che riferisca al re che il duca ha ben compreso i motivi per cui ha imposto al Balivo di astenersi dal favorire lo Sforza e dal portare offese contro quei del Monferrato nella supposizione che in tal modo si facilitasse un accordo. Supposizione errata, che ha costretto il duca a maggiori spese e lo ha obbligato a sguarnire il fronte contro i veneziani spostando un buon numero di suoi uomini contro quelli del Monferrato, che si sono ingagliarditi al punto di andar cianciando che il Delfino accorrerà in loro favore e farà levare in le terre soe le insegne della mayestà soa, acciochè non retornino alla (sforzesca) obedientia.

Nobili familiari nostro dilecto Abraam de Ardiciis.
Nuy havemo inteso quanto ne hay scripto per la toalittera, et quanto etiandio ne ha dicto a bocha Iacomo, tuo cosino, presente portatore, al che, respondendote, dicemo ch'el ne pare, e cossì te carricamo e strengemo che, senza alcuna dimora tu prosegui el camino tuo dalla serenissima mayestà del Re de Franza con le commissione che tu hay da nuy facendo la via de Ast, et conferiray e communicaray ogni toa impositione con el magnifico Baylì et, volendo luy (a), [ 370r] tu parli et te governi più in uno modo che un altro presso la prefata mayestà, faray integramente secondo la magnificientia soa te recordarà et consigliarà.
Appresso volemo tu acconzi in la toa instructione, dove meglio parerà a ti, et referischi tra l'altre cose alla predecta mayestà del Re da nostra parte che nuy semo certi che la mayestà soa habbia revocato el magnifico Baylì dalli nostri favori et dalle offese de questi signori de Monferrato, perché pace fra nuy sequisse, pensando la mayestà soa (b) che, per havere levate le dicte offese, se adaptarial'accordio fra nuy con più facilità et con più presteza, ma ch'el ne è seguito et segue tucto il contrario, perché primo el marchexe ne ha pigliato ardire e grande animo et se ne valle cum li populi suoy et in ogni loco, et poy se halevato pur dalle spale quello ostaculo d'esso Baylì cum le soe gente, donde ne è mò bisognato mandare in quelle parte tante più gente cum nostro desconzo per respecto alla impresa nostra contra Venetiani. Siché, desyderando la mayestà soa che fra nuy e li dicti de Monferrato segua accordio e pace, è necessario ch'el faza fare subito commandamento al dicto Baylì che una cum le nostre gente gli faza guerra, como ha facto fin qui, perché non dubitamo, vedendose dicti signori sbactere (c) dalle gente della mayestà soa et dalle nostre senza speranza de favore alcuno, come non ha, venerano al'accordio, certificando la mayestà soa che nuy, dal canto nostro, sempre sarimo apparrechiati a fare quanto se contene in la toa instructione. Ulterius poray dire ancora alla mayestà soale zanze che vanno dicando del Dalphino, che venerà in li suoy favori et che farà levare in le terre soe le insigne della mayestà soa, accioché non retornino alla nostra obedientia, como più largamente te porray informare dalli nostri sonno in Alexandria. Data Mediolani, ii ianuarii 1453.
Iohannes.
Iohannes.


(a) Segue te depennato.
(b) Segue habbia revocato el magnifico Bayli depennato.
(c) Sbactere in interlinea su sbatectere depennato.