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1094. Francesco Sforza a Gaspare da Sessa 1453 gennaio 23 Milano

Francesco Sforza loda Gaspare da Sessa, conestabile dei fanti, per il suo intervento nella ripresa di Landona, Vicolungo e degli altri luoghi del Novarese. Siccome ha necessità di impiegarlo in Valsassina per contrastare i nemici in quelle parti, vuole che immediatamente con tutti i suoi lasci le attuali sue posizioni e mandi i suoi uomini in Montebrianza da Paolo Amicono, uomo d'arme ducale, capitano della Martesana, e lui, all'indomani sera, incontri Cicco, segretario del duca, che lo informerà della volontà ducale, perché lui (duca) in giornata partirà per Lodi, ove si tratterrà per tre giorni. Lasci stare (ma l'assicura che gliela farà poi pagare) quanto gli scrisse della taglia da richiedere a Giovanni Filippo Caccia, ma lo consegni subito a Filippo Visconti, così come gli darà il castello di Piono e gli altri castelli conquistati.

Strenuo peditum conestabili nostro dilecto Gasparri de Suessa.
Le toe lettere per le quale ne scrivi della recuperatione delandiona, Vicolongo et quelli altri loci de Novarese, ne hanno dato piacere et contentamento assay, et del'opera e diligentia quale hay usata in questa facenda, te ne commendiamo quanto sapemo e possemo, et con el tempo se sforzaremo remunerarte in modo ch'el parerà habiamo grati li tuoy boni deportamenti. Et perché havemo casone de adoperarti in Valsaxina per le novitate, quale fanno li inimici in quelle parte, volemo che subito, senza alcuna dimora, te debbi levare cum tucti li tuoy et venire alle parte de qua, mandandoli tuoy fanti sul Monte de Brianza da Polo Amicono, nostro homo d'arme, [ 401v] capitaneo de Martesana, cum commissione de exequire quanto gli ordinarà luy, et venendo tu di dirrecto qui, ove ritrovaray Cicho, nostro secretario, quale te informarà dela intentione nostra, et questo dicemo perché andaremo hoge alode per tri dì. Et in questo tuo venire non perdere uno minimo actimo (a) de tempo et vedi per ogni modo essere qui domane a sera. Et perché te scripsemo per altre (b) nostre che dovesse fare la taglia a Zohanne Filippo Cazia et poy metterlo in mane de domino Filippo Vesconte, adesso, non obstante le dicte lettere, deliberamo e volemo che, senza fargli altra taglia, debi metterlo dicto Zohanne Filippo in le mane d'esso domino Filippo, et cossì consignarali liberamente el castello de Piono cum tucti li altri che sonno acquistati, per modo che non vadano in sinistro, certificandoti che, inanze sia relaxato, te la faremo pagare in modo restaray ben contento, siché non sia fallo a fare, como dicto de sopra. Ex Mediolano, xxiii ianuarii 1453.
Irius.
Cichus.


(a) In A acto con im in interlinea.
(b) Segue cose depennato.