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1142. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1453 febbraio 7 Milano

Francesco Sforza esprime a Giorgio de Annone, luogotenente in Alessandria, la soddisfazione per la delibera di Sezzadio di provvedere ai cavalli colà arrivati. Ha gradito ciò che Domenico Molazo ha detto in Consiglio e altrettanto gli è piaciuto il comportamento di Bartolomeo Robuto. Vuole che Giorgio ringrazi quei cittadini e li riassicuri che il duca non sarà ingrato con loro. Si congratula anche con Giorgio per i beni fatti distribuire agli abitanti di Cassine. Ordina a Giorgio di consentire agli uomini di Sezzadio di prendere legna dove loro parerà per la ricostruzione del palancato, bruciato dai soldati ivi stanziati, e permetta che, ritrovata la catena del mulino, che dagli stessi fo guasto e desfatto, venga ai Sezzadiesi liberamente restituita con ogni altro ferramento.

[ 423v] Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie, dilecto nostro
Respondendo a una toalettera de dì primo del presente quale havemo recevuta hoge, circalo facto de provedere a quelli cavalli che sonno venuti ad allogiare là, et della deliberatione hanno facta quelli nostri citadini in volergli providere, et cetera, restiamo advisati et ne è piaciuto singularmente, et havemolo havuto gratissimo, et non dicemo altro a questo, se non che gli rengratiamo tucti de quello ha dicto Domenico Molazo in Conseglio, et del deportamento che usa sempre Bartholomeo Robuto, restiamo ad pIenum advisati, et dellaloro fede et devotione che hanno verso nuy sempre monstrato, dicemo che questa a nuy non è cosa nova, perché li cognoscemo molto bene, li quali volemo rengratii per nostra parte, et diragli che sempre ne sforzaremo fargli cosa grata, et che non saremo ingrati verso loro. Alla parte de quelli beni che hay facto dare ad quelli da Cassine, ne piace et hay facto bene.
Appresso, perché quelli nostri homini da Seze ne hanno richiesto gli vogliamo concedere licentia che essi possamo andare a torre et tagliare del lignamo dove (a) se ne troverà et in li boschi et loci più commodi aloro, per refare il palancato, quale gIi hanno brusato quelle nostre gente d'arme, et cossì che se gli facia restituire la cathena de uno molino et ogne altro ferramento che gli fosse stato tolto senza pagamento alcuno, et parendone la loro domanda iusta et honesta, et per la fedeloro in magiore cosa che questa compiacergli, pertanto volemo et commandiamo che alla comunità de Seze debbi concedere liberalicentia che possiano andare a tagliare et torre del ligname per refare il loro palancato, in qualunque boscho et loco dove meglio piacerà et parerà ad essi homini, et volemo ancora che dove loro retrovarano la cathena del 424r molino suo che gli fo guasto e desfacto, et cossì ogni altro ferramento, gli lo fazi liberamente restituire, et senza pagamento alcuno. Et volemo dicti homini te siano in ogni cosa recommendati. Data Mediolani, vii februarii 1453.
Zaninus.
Iohannes.


(a) Segue no se ne depennato.