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1180. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1453 febbraio 14 Milano

In merito alla mancanza di fieni e di strami e circa la scomparsa di frumento a causa dell'imposizione del prezzo calmierato, Francesco Sforza esorta Giorgio de Annone, luogotenente in Alessandria, a sollecitare i cittadini alla pazienza; quanto al frumento, che Giorgio crede reperibile se se ne permettesse la vendita a un prezzo maggiorato, il duca approvando il suo intervento sul prezzo a questo proposito gli scriverà. Infine gli precisa che la trattenuta di xxv fiorini che il referendario gli ha fatto sulla sua provvisione di gennaio è dovuta al fatto che il referendario non aveva più danaro in cassa e il duca gli ha dato ordine di reperire quanto gli spetta dalle entrate prossime. È, invece, spiacente di non poter esentare la possessione che Giorgio ha nel Milanese dalla tassa dei cavalli.

Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie, nostro dilecto.
Habiamo recevuto doe toe lettere, l'una de dì v et l'altra de dì vi del presente, per le quale ne scrivi, prima del mancamento delli feni et strami in quella città, et poy del frumento, quale havendolo tu facto sostenere fin a mò ad uno pretio, mò non se ne trova, del che quello populo se ne agrava molto (a), et cetera. Al che, respondendo, te dicemo alla parte delli strami, che vogli confortare tucti quelli nostri citadini ad havere patientia fine ad alcuni dì et dare volontera del dicto strame a quelle nostre gente, acciò possano substentarsi, perché presto provederimo che sarano alleviati de questa graveza: et, circa questo, usa ogni toa diligentia et cura et non gli mancare. Alla parte del frumento, del quale credi se ne troveria in quantità lassandolo tu vendere a più pretio, dicimo che de quanto hay facto in fin a mò ne piace, et cossì haveressemo caro se [ 436v] facesse per l'avenire. Et accioché a quelli nostri citadini gli venga volontà de mandare a vendere alla piaza del dicto frumento per quello pretio, ti scrivemo l'alligata lettera, perché gli la possi mostrare, et tu, dal'altro canto, provederai con quelli conforti e modi che ti parerano, perché del dicto frumento se trova per competente pretio per contentamento et satisfactione del populo. Alla parte che quello nostro referendario ti habbia retenuti xxv fiorini della toa provisione del mese de zenaro, del che te ne doli, sì per respecto della carestia et della grande spesa che tu hay, sì anche perché ti pare che ti habbia facto questo per odio, et cetera, dicimo che siamo certi te recrescha et che habbi grande spesa, ma te advisamo che esso referendario non (b) te ha facto questa retentione per odio, né per male che luy ti voglia, anzi l'ha facto per mancamento delli denari, et di questo ne siamo informati nuy. Siché non vogli havere tale coniectura né suspecto di luy, immo vogli havere patientia, et per cosa del mondo non vogli fare parole con luy, acciochè non se dagha cativo exempio ad altri. Essendo le cose nostre (c) de presenti in quelli termini che sonno, ben ti avisamo che gli havemo scripto che te li debbia dare de qualunque denari delle intrate nostre che gli venerano in mane. Alla parte che ne richiede, vogliamo providere che alla toa possessione, quale hay in Milanese, non sia data taxa de cavalli, dicimo che nuy lo faressemo volontera, ma invero non possimo per la gran graveza et carrico habiamo de cavalli, delli quali ne havemo pieno ogni buxo, [ 437r] adeo che non poderessimo fare allozare pur uno più, siché volemo habbi patientia, perché de presenti non possimo fare altramente, ma per l'avenire nuy se sforzarimo farti delle cose te piacerano. Data Mediolani, xiiii februarii 1453.
Bonifacius.
Iohannes.


(a) molto in interlinea.
(b) non in interlinea.
(c) Segue in depennato.