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1205. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1453 febbraio 23 Milano

Francesco Sforza accusa ricevuta delle lettere di Giorgio de Annone, luogotenente in Alessandria, in cui gli esprime il malcontento della gente per la mancanza di strami e gli fa cenno della fatica affrontata per imporre taglie. Assicura il suo intervento per accontentare cittadini e soldati. Non è del parere che si ricorra al controllo del frumento esistente casa per casa: è opportuno farlo venire d'altrove e, a tale scopo, ha scritto, tral'altro, a Ottone da Mandello, a Sale e altrove. Dice d'essere d'accordo con lui per la proibizione fatta a quei del Castellazzo di portarlo altrove: lo mandino lì e lui, Giorgio, provveda che, per sicurezza, abbia una scorta. Non è d'accordo che Rauschio Squarzafico vada a Vercelli, ma se però insiste nel voler lasciare quel luogo per i troppi carichi, vada in altre terre del dominio sforzesco.

Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie, nostro dilecto.
Havimo recevuto tre toe lettere, l'una de dì xvi et l'altre de dì xviiii del presente, per le quale ne scrivi del grande mancamento delli strami è lì et della malcontenza de quelli nostri citadini, et finalmente della fadiga hay havuta in fare mettere le taglie cum molte parole, et cetera: del tucto rimanemo pienamente advisati et siamo certi de quanto ne scrivi. Di quanto hay facto fin qui, te ne commendiamo et hay facto bene. A questo facto provederimo prestissimo in modo che essi nostri citadini et anche li soldati remanerano satisfacti e 448r contenti. Alla parte che ne scrivi del mancamento delli frumenti, dicimo che anche nuy concorremo nel parere tuo che non sia cosalaudabile a fare la descriptione per le case et che sia meglio farne menare d'altroe, et per questo ti avisamo como scrivemo ad misser Otto da Mandello, a Salli et altroe per fargline condure, siché porray confortare chi fosse de malavoglia per questo, et solicitare ch'el sia menato dicto frumento, providendo da poy, como meglio parerà a ti, siché non mancha al populo. Ne piace insuper la inhibitione che hay facta a quelli del Castellazo che non mandano via il suo frumento, et ti ne commendiamo, perché non fo de nostra intentione che in questi tempi mandassero via dicto frumento, pur per lo bisogno che mò occorre lì. Ti avisamo como nuy li (a) scrivemo per l'alligata che conducalì del dicto loro frumento, et perché lo possano condure securamente, se contentiamo gli fazi fare la scorta, providendo como havimo dicto, che poy non ne manchi. Alla parte che scrivi de misser Rauschio Squarzafico, che vorebbe licentia per andare ad Vercelli o altroe per li carrichi occorrano lì, dicimo che a nuy non ne pare ch'el se debia absentare dal nostro dominio, ma volendo pur partirsi delì, siamo contenti, venendo in le altre terre del dominio nostro. Data Mediolani, die xxiii februarii 1453.
Bonifacius.
Iohannes.


(a) li in interlinea.