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246. Francesco Sforza ai Presidenti agli affari di Tortona 1452 marzo 7 Milano

Francesco Sforza scrive ai Presidenti agli affari di Tortona di aver inteso che Lancilotto, già cancelliere del Colleoni, aveva, mesi prima di andarsene, revocata la convenzione che aveva con loro di certe tasse allo scopo di incassar denaro e scomparire, il che andrà a danno degli uomini d'arme del Colleoni. Vuole perciò che trasferiscano, a nome del Colleoni, al commissario di lì, Ludovico da Bologna, ogni delega che prima aveva il fuggitivo Lancilotto, affinché non abbiano a rimetterci gli uomini d'arme.

Presidentibus negotiis civitatis Terdone.
Habiamo novamente inteso che Lancilotto, olim cancellero del magnifico Bartholomeo Collione, ha revocata quella conventione che haveva cum vuy, già più mesi fanno, de certe taxe, et reductose ad assay mancho che non erala conventione prima, et halo facto solummodo per retrare denari presto et andarsene cum Dio, como ha facto. Il perché, cognoscendo nuy (a) questo essersi reducto a mancho, che la prima conventione venirà con grandissimo danno et prevaricatione de quelli homini d'arme del magnifico Bartholomeo, ad cui tocha. Pertanto volemo et comandamovi che, ogni exceptione remota, debbiate respondere ad Ludovico de Bologna, commissario lì, a nome del prefato magnifico Bartholomeo ogni pacto, conventione et acto che dovevate dare, anzi che dicto Lanzilotto deliberasse andarsene cum Deo. Et ad questo fate non gli sia exceptione veruna, adciò che li homeni d'arme non patiscano il mal fare delancilotto predicto, como è iusto et raxonevole. Data ut supra.
Andreas Fulgineus.


(a) Segue essere depennato.