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298. Francesco Sforza al capitano della cittadella di Novara 1452 marzo 19 Milano

Francesco Sforza ordina al capitano della cittadella di Novara che, siccome il locale ufficiale delle bollette Giacomo Suardo contesta l'accusa di aver tolto illegittimamente della roba ai sudditi del duca di Savoia Cristoforo Zocolaro, Comino da Cantono e Antonio da Milano, convochi, entro quindici giorni, i predetti perché espongano le loro ragioni e, risultando che Giacomo abbia sbagliato, vuole che il capitano faccia restituire ogni cosa indebitamente sottratta.

[ 92v] Nobili viro capitaneo citadelle Novarie nostro carissimo.
Perché Iacomo Suardo, officiale delle bollete di quella nostra citade, se agrava delalamenta che fa contra se Christoforo Zocholaro et anche uno Comino da Cantono et Antonio da Milano, subditi del'illustrissimo signore duca de Savoya per casone che gli debia havere tolto alcunaloro robba, et ne dice volere provare et mantenire non havergli facto cosa alcuna indebita, al quale Iacomo havimo statuito termino che fra xv dì proximi, debia havere provato et defexo la rasone soa. Pertanto ti commettiamo et volimo che debii fare rechiedere et admonire li prenominati che vengano denanzi a te ad difendere et dire il facto loro, et finalmente, trovando tu per le prove, che faranno li dicti (a) prenominati et il dicto Iacomo, che esso habia tolto le robbe loro contra il devere et contra la rasone, vogliamo che subito gli le faci restituire integramente. Se anche essi prenominati havessero fallito et facto contrali ordini nostri, che etiam loro habiano pacientia, le qual cose vogliamo che debii dicernere et difinire frali predicti xv dì proximi futuri dala receptione de queste, avisandone poy di quanto haveray trovato in facto. Data Mediolani, die xxiiii marcii 1452.
Bonifacius.
Cichus.


(a) dicti in interlinea.