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493. Francesco Sforza al doge di Genova 1452 maggio 21 Milano

Francesco Sforza risponde al doge di Genova dopo aver preso visione della lettera inviata al suo cancelliere Leonardo, arrivata quando egli non si trovava presso di lui. Conferma la voce che l'ambasciatore andava dal re d'Aragona per volontà del doge, voce cui il duca non ha mai dato credito. Si augura che il doge non abbia creduto che lo Sforza si sia rammaricato per le parole corse per il fatto di Giovanni Filippo Fieschi: è vero che lo Sforza teneva che corresse buon sangue con il Fieschi, perché ciò giovava, oltre che al doge, anche al consolidamento dello stato genovese. Ha avuto una lettera da Giovanni Filippo circa quanto è avvenuto fra lui e il doge per il fatto di Chiavari e la elezione di due cittadini con il compito di cercare l'accordo.

Domino duci Ianue.
Nuy havemo veduto unalettera che la illustre signoria vostra scrive aleonardo, suo cancillero, de vostra propria mano de dì xviidel presente, et inteso molto bene quanto in essa se contene, et non ritrovandosi presso nuy dicto ser Leonardo, farimo resposta per questa ad essa vostra signoria. Et primo, alla parte che la vostra signoria dice de quello se diceva delo ambassatore constituito per andare al re de Ragona, dicimo ch'el fu vero ch'el se dixe che dicto ambaxatore per parte della signoria vostra, era per andare al dicto re, il che nuy nientedemeno [ 160v] non volesimo may credere, né crederessimo mai. Et dica el contrario qualunche voglia se sia, perché vogliamo la signoria vostra se renda non solo certa, ma certissima che in essa havemo quella propria fede che vuy diceti nella dicta vostralittera, como quello che ne rendiamo certi che amate et havete caro el bene nostro, quale è pur vostro, como el vostro medesmo, perché frala signoria vostra et nuy non li successe may cosa alcuna per la quale se dovesse cercare, né pensare el contrario. Et che la sigoria vostra dubiti che nuy non habiamo presa ruzene né ombreza alcuna per lo facto de domino Zohanne Filippo del Fiesco per parole che fossero state dicte, ve dicimo che el è vero che nuy haveresimo havuto a caro et piacere che frala signoria vostra et luy fosse stato bono accordio et che se vivesse pacificamente, perché, desyderando nuy el bene vostro, la grandeza vostra et lo stabilimento et firmamento del stato vostro, como havemo sempre desyderato et desyderamo, cum quella sincerità de cuore che facimo nuy medesmi. La signoria vostra de' pensare che per la quiete et reposso del stato vostro et de casa vostra, haveriamo, et cossi havemo, sommo piacere che fra essa vostra signoria et lo dicto domino Zohanne Filippo se vivesse bene, et non puncto ad niuno altro fine, avisando la signoria vostra che la nostra firma intentione è, como vuy medesmo dicete, che como sette principale in Zenova, cossì siate cum nuy principale in amicitia, domesticheza et fraternità et che possiate de noy et delle nostre cose pigliare quella propria fiducia et sigurtà in disponerne in ogni vostro piacere che fate de vuy medesmo et delle cose vostre proprie. Et questo quando ne farete la experientia, trovarete ch'el serà più con effecto che non el dicimo con parole. Appresso se alla signoria vostra pare et piace che circal'acordio che se praticha fra essa vostra signoria et lo dicto domino Zohanne Filippo habiamo a fare nuy de qua più una cosa che un'altra, advisatine, che farimo interamente tucto quello ne serà 161r possibile (a) circa questa materia volontieri et de bona voglia, secondo per altre nostre havemo scripto ad Antonio Guidobono et mandato a dire per misser Baptista del Fiesco, siché ad questa parte non ne occorre dire altro. Et alla parte de quello ne debe referire ser Leonardo per parte vostra circa il memoriale gli dette la signoria vostra, dicimo che nuy circa ciò respondessemo al dicto ser Leonardo quanto bisognava, el quale credemo che, alla ricevuta de questa, serà ritornato da essa vostra signoria et referitogli quanto haveva havuto da noy, tanto in questo, quanto in l'altre cose. Altro non dicimo se non che confortiamo la signoria vostra a stare de bono animo et a tuore via del'animo suo ogni rancore o sospectione perché, como havimo dicto de supra, de nuy pò et deve vivere con el cuore sincero et reposato, cossì como deve vivere uno fratello del'altro. Preterea advisamo la signoria vostra como pur adesso havemo ricevuto unalittera del prefato domino Zohanne Filippo per la quale ne advisa della novità seguita frala signoria vostra et luy in lo facto de Chiavari, et che ello era stato advisato como erano electi duy citadini, quali havesseno a praticare l'acordio et asesto fra essa vostra signoria et luy et ch'el era bene disposto a vivere de bono accordio cum vuy, et daluy non mancaria, et cetera, et che, inteso che luy havesse dicti citadini, manderia subito qui quello suo ser Donino ad notificarne la cosa como passava, el quale venendo de quello portarà, ne faremo dare notitia alla prefata vostra signoria, et confortaremo esso domino Zohanne Filippo ch'el se voglia inclinare al dicto accordio cum vuy, como è stato et è l'animo et lo desyderio nostro. Et como dicemo de soprala signoria vostra ne pò advisare se circa ciò haveremo a servare più uno modo como un altro, perché el farimo volontiera et de bona voglia. Data in Laude Veteri, die 22 maii 1452.
Iohannes.


(a) Segue et depennato.