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508. Francesco Sforza ai marchesi di Incisa 1452 giugno sine loco

Francesco Sforza esorta i marchesi di Incisa a non prestar fede alle voci che corrono. Dubita che Guglielmo di Monferrato venga ad accamparsi presso di loro. Li accerta che quando lui o altri tentassero di attaccarli, presterebbe loro soccorso. È in condizione di dar loro aiuto sopprattutto ora che le cose vanno prosperamente nel Bresciano, ove più di venticinque terre gli hanno prestato obbedienza e ha preso Pontevico, luogo che ha un ponte sopral'Oglio che gli consente di vettovagliarsi facilmente, mentre i nemici hanno Soncino e due piccoli terreni, avuti senza combattere e pressocché insignificanti.

Marchionibus Incise.
Havemo recevute le vostre littere per le quale ne significate le voce, zanze et bosie (che certo se pono bene dire busie) quale se fano in quelle parte, e le menaze de camparse adosso a voi, ale quale, respondendo, dicemo che non è da dubitare ch'el signore Guilielmo se mova, né lo credimo per molti respecti, et quando pur luy o altri se movesseno ale offese vostre, faressimo tale provixione e ve daressimo tale securso che procul dubio ve conservaressemo illesi. Et non crediati che ve habiamo tolti a deffendere per volervi abandonare. Et dica et zanci pur chi voglia, né may havessemo meglio el modo a deffendervi che mò, avisandove che a dì 5 de presente passassimo de qua da Olio in Bressana, et passati che fossemo subito venero alla obedientia nostra più de xxv terre et boni lochi, et tral'altre havimo obtenuto Pontevico, loco forte et molto importante perché ha uno ponte sopra Olio, mediante el quale, sempre a nostra posta, possimo havere victualie qui in Bressana. Li inimici hanno havuto Soncino et doe altre terrezole, non per combatere, ma perché l'homini ge l'hanno date, dele quale facimo poca stima, perché siando noi signore della campagna, como siamo, rehaveremo quelle et dele altre cum nostre littere.