Registro n. 13 precedente | 568 di 1330 | successivo

569. Francesco Sforza al doge di Genova 1452 agosto 7 apud Quinzanum

Francesco Sforza chiede al doge di Genova di volere far concedere a Spinetta dal Carretto, a lui carissimo per la fedeltà sempre dimostrata, le entrate della dote di sua moglie, Mariola Doria, che vengono trattenute sul Bancho di San Giorgio, cosa che s'è mai fatta in quella città.

Domino duci Ianue.
Havendo nuy carissimi li spectabilissimi Spineta et Iacomo, fratelli dal Carreto, per laloro singulare devotione et fede che portano a nuy et al stato nostro, non possiamo fare che in li suoy bisogni non gli recomandiamo alla vostra signoria. El perché, havendone il prefato Spinetta facte exponere che già è molto tempo passato gli è stata continuamente retenuta la intrata della dote de Mariola Doria, soa mogliere, suli loci et bancho de Sancto Zorzo, el che dice may non essere costumato in quella città, che may, in veruno tempo, sia stato retenuto le intrate ad qualunque si voglia, ne ha facto pregare lo vogliamo ricommandare ad essa vostra signoria et pregarla che gli voglia fargli respondere delle soe (a) intrate. Per la qual cosa, volendoli compiacere, confortiamo et pregamo essa vostra signoriali voglia fargli respondere delle intrate predicte integramente, como ne pare conveniente et rasonevele, et in ceteris haverli recomandati como cose nostre, perché nuy l'haverimo grato et acceptissimo. Ex felicibus castris nostris apud Quinzanum, die vii augusti 1452.
Bonifacius.
Cichus.


(a) Segue littere depennato.