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593. Francesco Sforza al governatore di Asti 1452 agosto 21 apud Quinzanum

Francesco Sforza conferma al governatore di Asti di avere bene inteso quanto gli ha scritto e quanto gli ha fatto sapere per lettere e a voce il signore Vaceres per conto del re di Francia. Gli pare che le trattative dei signori del Monferrato con Luigi de Valperga e Danielo, oratori del re di Francia e di re Renato, si trascinano troppo a lungo, motivo per cui gli chiede di intervenire secondo gli ordini sovrani. Lo sollecita, come ha detto a Luigi Rolandi, di volergli dire se vuole dar corso a quanto il re di Francia gli ha scritto, e come anche può intendere dalle lettere sovrane che gli ha fatto avere in copia. Lo assicura di aver ordinato a suo fratello Corrado e a tutte le genti che sono là di prestargli obbedienza in tutto.

[ 206v] Domino gubernatori Ast.
Habiamo inteso quanto la magnificentia vostra ne ha scripto et quanto ne ha referito et exposto per littere et a bocha monsignore de Vaceres per parte della serenissima mayestà del Re de Franza. Respondemo che rengratiamo la magnificentia vostra del suo humano scrivere et parlare, et non vogliamo stendersi in longo scrivere se non advisare la magnificentia vostra che, havendosi pratichato accordio fralo signore marchese et signore Guilielmo de Monferrà et noy per mezo delli spectabili Aluyso de Valperga et Danielo, oratori delli serenissimi Re de Franza et re Renato, et siando duratala praticha molti dì, ne pare vada molto in longo che non è lo bisogno nostro né la intentione nostra essere tenuti in parole daloro. Il perché rechiedimo la vostra magnificentia che gli piacia de fare et exequire cum effecto circali nostri favori et subsidii, secondo li ordeni et commandamenti che vuy haveti dalla prefata mayestà, como ancora essa mayestà ne scrive a noy per soe littere, delle quale ve mandiamo qui inclusala copia, et cum quella celerità et presteza che rechiedelo bisogno et necessità nostra, como ne rendiamo più che certissimi che lo farete volontera per obedire la prefata mayestà. Et per ogni respecto, secondo ancora havimo dicto più largamente a bocha ad misser Aluyse Rolandi, al quale piacia alla magnificentia vostra prestare fede como a nuy proprii, pregando la magnificentia vostra che gli piacia advisarne del recepimento ad queste nostre littere et cossì della intentione vostra, se intendeti cum effecto exequire quanto per essa mayestà è stato scripto ad nuy per le dicte littere et mandato a dire per lo dicto monsignore de Vaceres che faciati in nostro adiuto et favore, avisando la magnificentia vostra che nuy havimo scripto et ordinato a Conrado, nostro fratello, et a tucte le gente nostre sonno dellà che liberamente et largamente, senza alcuna exceptione né contradictione, debiano obedire la magnificentia vostra in omnibus quanto la persona nostra propria. Ex campo apud Quinzanum, die xxi augusti 1452.
Cichus.