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686. Francesco Sforza a Niccolò Soderini 1452 settembre 19 apud Quinzanum

Francesco Sforza assicura Niccolò Soderini di gradire sul compito di patrocinare un accordo tra il doge e Giovanni Filippo Fieschi, che riceverà adeguate informazioni da Sceva de Curte. Esprime l'auspicio che il Soderini possa presto concludere l'incarico avuto, in modo che il doge e i cittadini genovesi possano prestare aiuto e favore alla lega, ricordando a Giovanni Filippo che, a intesa avvenuta, se venisse meno ai patti, avrebbe contro i Fiorentini e i Milanesi. Faccia in modo che i denari, con cui il doge e i genovesi hanno convenuto di aiutare la lega, si abbiano presto. Quanto ai balestrieri, spera che siano partiti. Non faccia caso di quel che ha scritto Giovanni di Alessandria, e altrettanto faccia per Daniele Arighi, ambasciatore del re di Francia, perché se avessero agito come voleva il sovrano francese, l'accordo tra il marchese di Monferrato e Guglielmo sarebbe stato raggiunto da un mese. Ritiene che Soderini abbia fatto bene ad avvertire di ciò re Renato. Lo informa che domani in mattinata si avvierà verso Brescia e lo assicura che Diotesalvi lo ragguaglierà meglio delle vicende di quel fronte.

[ 246r] Magnifico Nicholao de Sodorinis.
Havimo inteso quanto per una vostra de dì xiii del presente ne scriveti respondendo alle nostre. Dicimo del'accordio fralo illustre signore messer lo duxe et messer Iohannefilippo, quele è remesso in vuy, et del'opera, quale gli haveti facta et facimo, l'havimo havuta et havemo carissima et acceptissima et lodiamo et comendiamo la virtù, diligentia et opera et prudentia vostra. E cussì, benché siamo certi non bisongna, vi confortiamo, carichamo et strengimo et pregamo quanto possemo, vogliati sforzarvi dicto acordio habia bono effecto et conclusione perché, como bene comprendeti, è utilissimo alle cose dellaliga nostra et, come haveriti inteso per altre nostre lettere, per questa casone habiamo mandato dal dicto messer Iohannefilippo messer Sceva da Corte, nostro ambassiatore, a disponere et bene edificare el dicto messer Ioannefilippo al dicto accordio, poy venire dal dicto illustre signor domino lo duxe et dalla magnificentia vostra et fare et exequire, in omnibus et per omnia circha dicto accordio et le altre cose che sonno da fare delà, secondo li parere et ricordi vostri, perché vuy siti informati del tucto et intendeti meglio le cose che non saperissimo intendere nuy, né etiandio luy. Siché vi confortiamo a fare presto dicto accordio perché sarrà casone della quiete et riposo de quello signore duxe et del presente stato, et porranno, facto questo, quilli prefati signore duxe et cittadini attendere cum più libero et franco animo a dare adiuto, favore et subsidio alle cose della liga nostra contrali inimici. Rendemone certi che de queste cose ne haveriti honore et siamo contenti che promettiati per nuy la observantia per domino Iohannefilippo, ma ve recordiamo vogliati advisare et certificare dicto domino Iohannefilippo che, le cose se promettano adesso, se voglia sforzare observarle dal canto suo, maxime promettendo signori Fiorentini et nuy per luy, perché, se non le observasse, bisognaria che signori Fiorentini et nuy fossimo li maiori inimici che luy havesse, benché siamo certi questo non habia ad introvenire perché luy ha sempre observato et observarà per l'avinire. Alla parte della bona dispositione de quilli cittadini in volere provedere et adiutare le cose dellaliga, ne havimo preso summo piacere. Cussì pregamo la magnificentia vostra se voglia sforzare, possa che questa cosa de domino Iohannefilippo haverà bone asecto, che quisti dinari, delli quali hanno rasonato dicti signore duxe et cittadini volere adiutare, che fazano presto, perché, havendo nuy dinari de mantinire queste gente d'arme, benché fina al presente non ce sia facto altro, perché el caso delode ne è stato casone, speramo de condurre le cose ad tale termine che haveranno bono fine et cum victoria, et [ 246v] piaciave instruere dicto domino Sceva circha questa materia del dinaro, perché luy possa usare quella solicitudine che ve parerà bisognare.
Alla parte delli balestreri ne piace molto et gli havemo molti cari, perché ne provedirimo a più cose. Et perché siamo certi che alla recevuta de questa dicti balestreri saranno partiti per vinirsene via, non dicimo altro.
Alla parte de quello che ha scripto domino Zohanne de Alexandria, dicimo che ha ferniticato in questo, come ha facto nelle altre cose quale ha havute a fare là, delle quale non ne vogliamo dire, perché ne siti meglio informato de nuy.
Alla parte de quello che ha dicto Danielle de Arighi lì ambassiatore della mayestà del Re de Franza, dicemo che lì, dove luy è stato, ha dicto zance et frasche assay e pratiche senza conclusione. Et se Aluyse da Valperga et luy havesseno operato quello che è la voluntà della prefata mayestà, lo acordio del marchexe de Monferrato et signore Guillielmo saria sequito già uno mese passato. Maloro hanno voluto fare parthesanamente per adiutare li prefati marchesi et signore Guillelmo, et non guardare né havere advertentia alcuna al facto nostro et redurre le cose et volerle concludere cum grande nostro damno, preiuditio et manchamento de reputatione. Ma speramo che presto se vederanno tali effecti della mayestà del Re de Franza che se comprenderà chiaramente quello hanno facto quistoro haverlo facto contrala voluntà della mayestà sua. Et cussì speramo de provedere che dicti de Monferrà seranno ancora malcontenti non havere voluto acceptare le cose le quale gli havimo volute fare, che erano più che iuste, honeste et rasonevele, et molto più che non meritavano da nuy. Del scrivere che haviti facto alla mayestà del re Renato sopra queste cose, ne pare che vuy habiati facto bene.
Alla parte dello avisamento ne faceti delle galee de Catallani et Venitiani, credimo fosse a quello effecto che vuy ne scriviti, pur Dio, che governa el tucto, non ha voluto che alli inimici reuscano li suoy pravi pensieri, et cussì speramo non gli reusiranno li altri.
A quello che scoperse el facto de domino Iohanne della Noce, gli faremo tale provisione che restarà ben contento.
[ 247r] Nuy se partimo de qui domatina per andare in verso Bressa, et speramo ve faremo sentire presto delle cose ve piaceranno. Ma nuy non se extendimo più oltra, perché Diotesalvi, nostro compare, ve scrive più apieno. Ex castris nostris apud Quinzanum, die xviiii septembris 1452.
Leonardus.
Cichus.