Registro n. 13 precedente | 687 di 1330 | successivo

688. Francesco Sforza a Giorgio de Annone, a Pietro da Pusterla e a Giovanni Matteo Bottigella 1452 settembre 18 apud Quinzanum

Francesco Sforza, preso atto in Alessandria di quanto detto da Giovanni da Sipione e da Giorgio de Annone circa la conversazione con Giovanni da Sanseverino a proposito della commissione avuta dal Balivo, suggerisce loro di sollecitare il Balivo a unire le sue forze con gli sforzeschi finché il tempo è propizio. Ha mandato là Leonardo da Parma con la bombarda; il primo attacco lo vorrebbe diretto contro il castello dove si trova Simonino Ghiglino. Stiano, però, al parere del Balivo. Invia loro una copia delle lettere cifrate dal marchese di Monferrato mandate al fratello Guglielmo; le mostrino al Balivo, che potrà, così, rendersi conto delle menzogne dette da Luigi da Valperga. Il trasferimento a Milano dei cittadini d'Alessandria è la prima notizia ricevuta con piacere. Ma, come già detto in una lettera ducale spedita dopo la partenza di Giovanni da Castelnovate, vuole che siano trasferiti a Milano quegli individui di cui ancora si sospetta. Si mandi a Milano Biagino Inviziati, mentre non vuole che vada a Milano Pietro da Pusterla, così come a Pavia Bottigella. Folchetto, al suo ritorno dal Re di Francia, correggerà le menzogne di Luigi da Valperga e degli inviati dei signori del Monferrato. Lo Sforza fra quattro o cinque giorni si muoverà da lì col proposito di attaccare i nemici.

[ 247v] Georgio de Anono, Petro de Pusterla et Iohannimatheo Butigelle, Alexandrie.
Respondendo alla vostralettera de dì xiii del presente, dicimo che nuy havemo veduto quanto ha scripto Zohanne da Sipione a ti, Zorzo, per la soalittera a nuy mandata del raxonamento hebbe cum Zohanne da Sanseverino et (a) della commissione haveva havuto dal Bayli de non offendere, et cetera. Della quale commissione nuy non facimo caso alcuno, perché elli sonno boni dì ch'el dicto Bayli ne scripse faria tale commissione alle gente: mandaria inanze in le terre nostre, perché luy intenderia mettersi insieme prima cum tucti li soy ch'el offendesse, ma che, senza fallo, como luy fosse unito insieme cum li soy, offenderia, et cossì semo certi ch'el farà. El quale a nuy pare debiate continuamente solicitare cum lettere et ambasiate a venire presto, ad unirse cum li suoy et cum li nostri per fare qualche fructo finch'el tempo el comporta, avisandove che nuy ve havemo mandato là Leonardo da Parma cum la bombarda, adciochè el dicto Bayli cum li altri nostri l'adoperano finch'el se porrà. Et quando quelle gente sarano in aptitudine de acamparse a qualche loco, haveressemo molto a caro che accomenzasseno cum lo castello, dove sta quello ribaldo de Simonino Ghiglino, perché vogliamo sapiate che, potendo nuy havere quello loco insieme con esso Simonino, nuy l'haveremo sì caro como se havessemo in uno tracto tucte le terre ne ha tolte el signore Guilielmo in Alexandrina. Nondimanco, quando sareti in tale deliberatione, seguireti perhò la volontà et parere del prefato Bayli. Le littere prese del ser marchexe de Monferrà directive al signore Guilielmo havemo facto deciferare, delle quale ve mandiamo la copia qui alligata, accioché vedati quanto in esse se contene: la quale copia ne pare la faciate intendere al prefato Bayli, perché el vedala opera ha facto per nuy Ludovico da Valperga et che questi signori se governano secondo hanno le cose da Venexia. Ancora ne pare utile che per qualche via faciate (b) intendere ad quello traditore de Antonio Zoppo quello che tocha aluy, accioch'el vede como passa el facto suo. Alla parte de quelli citadini che haveti mandati a Milano tanto reposatamente, dicimo che [ 248r] nuy ne havemo havuto summo piacere et contentamento, re(n)dendovi certi che, per una volta, non haveressimo possuto sentire de verso quelle parte novella che più ne piacesse de questa, perché el ne pare horamay non potere più dubitare de quella citade. Et como havereti veduto per una nostralettera, quale scripsemo dapoy la partita de Zohanne da Castelnovate, cossì de novo ve replicamo che a nuy (pare) che omnino se ne debiano cavare delli altri, zoè delli signati delli seguaci de costoro che sonno mandati a Milano, et de quelli ve parerano più captivi et sospecti, et siano de tanto numero ch'el ve parà (c), immo siati certi de potere dormire securi d'essa cittade senza havere sospecto de homo che gli sia, per modo che quelle gente nostre possano eusire fuora et andare e stare et retornare aloro posta, et trovino le porte aperte. Et non guardati a bone parole, nì a parte, nì amicitie, se amate el bene del stato nostro, perché vuy haveti pur veduto fin mò tanti expressi tradimenti che non doveresti più dare fede a gente, maxime che meritamente debeno essere tenute sospecte. Biaxino Inviciato se non l'havesti mandato ad Mediolano, vogliate omnino mandarlo. Del'andare de vuy, Petro, a Mediolano et Zohannematheo a Pavia, ve carricamo ad non partirve delì fin a tanto che non ve scrivamo per un'altra nostralettera del partire vostro. Alla mayestà del Re de Franza è andato Folchetto, como sapete, cum le nostre instructione et informatissimo a bocha, per modo che nuy semo certi scusarà cossì bene per questa volta, ultrale nostre littere mandate al prefato Re per lo cavallaro, como se nuy li havessemo mandato uno delli nostri proprii: l'andata del quale reprimerà le bossie deludovico da Valperga et delli ambassatori del marchexe de Monferrà. Nuy expectamo de dì in dì el spectabile cavallero misser Angelo Azayolo, ambaxatore della comunità de Fiorenza al prefato Re, col quale mandarimo un altro nostro ambaxatore. Avisatine spese delle occorrentie dellà. Nuy speramo fra quattro o cinque dì levarsi de qui et andaremo in loco che faremo senza fallo damno alli inimici, et forse ve farimo sentire novelle ve piacerano. Data in castris nostris felicibus apud Quinzanum, die xviii septembris 1452.
Iohannes Antonius.
Iohannes.


(a) et in interlinea.
(b) Segue ad depennato.
(c) che'l ve parà ripetuto.