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734. Francesco Sforza ai marchesi di Incisa 1452 settembre 28 apud Lenum

Francesco Sforza rivela ai marchesi di Incisa che Giovanni dalla Noce fin a quando non è stato inquisito ha sempre sostenuto di non aver mai errato nei confronti dello stato; condotto a Cremona e lì inquisito ha confessato i contatti avuti con i nemici. Ha assicurato, invece, di non sapere nulla circa contatti o trattative contro i marchesi di Incisa.

Magnificis tanquam fratribus et amicis dilectis marchionibus Incise.
Perché intendati el facto de domino Zohanne dalla Noce, quale sempre per fino non è stato examinato cum li debiti modi, s'è demonstrato cum tanta presumptione et temeraria audatia non tanto che habbia fallato, ma haverci dato el stato, de che havendolo facto condure a Cremona et persistendo luy nella opinione sua de non havere errato, l'havemo facto examinare, per modo non ha potuto contradire; et ha confessato de plano la praticha havuta cum li inimici, et como haveva consentito alli capituli facti et pratichati cum certe adictione de (a) soa mane, et como haveva commesso che fossero conclusi e sigillati li capituli, et che poy gli fossero reportati aluy, che gli sottoscriveria de soa mane et li sigillaria, et como haveva facto zurare el mezano et procuratore della dicta praticha, che non palesaria may dicta praticha, siché liberamente et chiaramente ha confessato ogni cosa. Vero è che nella dicta examinatione, sundo cum instantia [ 265r] dimandato se ad Incisia era alcuna praticha o tractato che fosse contra vuy et lo stato vostro et de quello loro, sopra del'anima soa ha dicto non sapere niente. Per la qualcosa ve dicimo che nostra intentione è che al dicto domino Iohanne sia facto quello vole rasone et iustitia; et de tucto vogliamo che siati advisato, chiarendovi che al dicto examino non è proceduto altramente che è l'ordine della rasone et della iustitia. Ex castris apud Lenum, die xxviii septembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.


(a) de ripetuto.