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770. Francesco Sforza ad Antonio Spinola 1452 ottobre 6 apud Lenum

Francesco Sforza dice ad Antonio Spinola di non servirsi del salvocondotto richiesto con licenza di Filippo Confalonieri. L'uso in quelle parti dei salvacondotti appare un grave inconveniente per i sudditi sforzeschi, tanto più che fra poco risulteranno di nessuna utilità.

Nobili viro Antonio Spinole dilecto nostro.
Respondendo a quanto ne hay scripto circa il facto del salvoconducto che tu impetrasti cum licentia de misser Filippo Confalonero, et cetera, dicemo ne restamo advisati, et quello te scrissemo a questi dì el fecemo credendo nuy che tu l'havesse impetrato senzalicentia, ma sia como se voglia, perché siamo informati che le terre nostre dellà et l'altri [ 281r] nostri subditi et adherenti ne supportano grandissimo damno, per evitare tanto inconveniente, te confortiamo et admonimo non debbi da qui inanzi usare più dicto salvoconducto, immo lo debbi renuntiare in tucto, et maxime atteso che fra pochi dì se acconzarano quelle cose dal canto dellà, per forma che tucto quello nostro paese remanerà securo che non bisognarano salviconducti alli subditi nostri. Ex felicibus castris nostris apud Lenum, die vi octobris 1452.
Iacobus Rivoltella.
Iohannes.