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782. Francesco Sforza a Giovanni da Alessandria 1452 ottobre 7 apud Lenum

Francesco Sforza esprime al consigliere ducale Giovanni da Alessandria il suo stupore per non essere riuscito a ottenere da Genova per l'Abbe duecento ducati e ciò soprattutto gli spiace nei riguardi del Balivo, che può sospettare dello Sforza e ritenererlo incapace di mettere insieme tale somma. Sebbene abbia scritto a Sceva de Curte per tale motivo, sollecita pur lui a scrivere a Genova per accelerare il conseguimento di detti denari. Non gradisce granché i capituli del'Abbe. Credeva che volesse portare solo duecento paghe e due o tre lance, come fanno gli altri conestabili, ma le sue pretese sono tante e il duca non può sostenere tanta spesa.

[ 285v] Spectabili militi et iuris utriusque doctori domino Iohanni de Alexandria, consiliario nostro dilectissimo.
Respondendo breviter alla vostra de dì xxviii del passato, et primo, alla parte delli ducento ducati del'Abbe, dicimo se maravegliamo grandemente non habiate possuto havere da Zenova così pocha cosa quanto sonno ducento ducati, et più ne è rincresciuto per respecto del magnifico Bayli, che non se creda et daga ad intendere che nuy lo delezamo et che siamo cossì afflicti et al desotto del denaro che nuy possiamo valerse de ducento ducati in uno nostro bisogno. Il perché, non obstante che nuy habiamo scripto a misser Seva debbia sforzarse de retrovare dicti ducento ducati et mandarli al prefato magnifico Bayli, tamen ve confortiamo et carricamo vogliati ancora vuy scrivere là et fare ogni opera et instantia se habiano quanto più presto sia possibile.
Che quella città sia ben assegurata ne restamo avisati, et summamente ne piace.
Li capituli del'Abbe li havemo veduti, ma a dire il vero ne pareno uno pocho deshonesti: nuy se credevamo ch'el havesse voluto condurse solum cum ducento paghe et doe o tre lanze, como hanno l'altri nostri conestaveli, che sonno pur homini da bene e da say, et quando l'havesse voluto fare cossì, l'haveressemo tolto, et factogli ogni bono tractamento, como facemo ancora al'altri nostri conestaveli, ma volendo luy tante cose, como el domanda, non possemo fare la spesa al presente. Ex felicibus castris apud Lenum, die vii octobris 1452.
Iacobus Rivoltella.
Iohannes.