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820. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 ottobre 15 apud Lenum

Francesco Sforza loda Sceva de Curte, oratore ducale presso il doge di Genova, per quello che con l'ambasciatore fiorentino ha ottenuto in merito al sussidio di trecentomilalire di Genova. Procuri con ogni intendimento che delle trecentomilalire si abbiano venticinquemila ducati e, con la massima urgenza, gli si facciano avere diecimila per pagare la gente d'arme. Si dice contento che il doge e i cittadini si siano ben intesi con il Re di Francia e per l'intesa avvenuta tra il doge e Giovanni Filippo Fieschi, come anche della notizia che il capitano Spinetta sia stato favorevole ai fatti ducali. Lo informa di aver scritto al vescovo di Novara per accontentare Andrea Benegrasio, che richiede per suo figlio il canonicato che tiene in città Bartolomeo dalla Porta; farà di tutto per appagare Andrea. Prende atto che abbia ricevuto duecento dei milletrecento ducati. Non è d'accordo con Sceva sul fare promesse per i millecento rimasti e lo invita a chidere al doge di fare liberare i millecento ducati rimasti, in modo che il duca se ne possa servire. Quanto al suo vivere, cerchi di recuperare cento ducati per i suo bisogni. Gli conferma la notizia dell'impiccagione di Giovanni dalla Noce nella piazza di Cremona e lo informa che suo fratello Alessandro sta togliendo a Cerreto la parte rimasta del ponte spazzato via dalle acque.

[ 301v] Spectabili militi et iuris utriusque doctori domino Seve de Curte, oratori nostro dilectissimo apud illustrem dominum ducem Ianue.
Veduto quanto ne haveti scripto per le vostre de dì 8 et 9 del presente (a) de quello haveti seguito là insieme cum quello magnifico ambasatore fiorentino presso lo illustre signore misser el duxe et quelli magnifici citadini in lo facto del subsidio delle ccc milalibre de Zenova, et delli modi haveti tenuti circa ciò, dicemo che del tucto remanimo advisati et ne lodiamo della diligentia et solicitudine che gli haveti usata. Se rendiamo certi che, alla recevuta de questa, havereti veduto et inteso per le nostre de vii et xiiii del presente quanto è lo nostro instante bisogno et necessità, et in che conditione se retrovamo cum queste nostre gente. Il perché, consyderato quanto el nostro bisogno è extremo, che quodamodum non porria essere maggiore, ve confortamo, carricamo e stringemo, quanto più sapimo e possimo, che tenati tutti quelli modi et vie che ve pareno che delle dicte ccc milialibre habiamo li xxv milia ducati cum ogni celerità et che al presente habiamo quelli x milia ducati, como vuy ne haveti scripto, acciò possamo dare qualche subventione et adiuto alle dicte nostre gente, quale, siando state horamay duoy (b) mesi che non hanno tochato dinari como sonno state, doveti pensare cum quale animo se retrovano che veramente dubitamo, per la grandissima necessità che hanno, non habia a sequire qualche scandalo et inconveniente, che saria uno distrubare et torne de mane la nostra victoria, la qual cosa non cederia se non in danno et disconcio dellaligha. Siché vogliate usare ogni vostro studio et ingegnio che habiamo, quanto più presto sia possibile, li dicti x mila ducati, et inmediate, havuta questa, ne advisati del dì che credeti haverimo qui li dicti x mila ducati, et che ne siamo ben chiari ad ciò sapiamo quello che havimo da fare, certificandove che non poressimo dire tanto ch'el bisogno nostro non fosse magiore.
Alla parte che quello illustre signore duxe et magnifici citadini siano remasti in bona hedificatione et ben chiari de quelle cose de Franza, delle quale monstravano de essere in dubio, dicimo che ne rimanimo contenti molto et satisfacti et ne havimo gran piacere. Havereti veduto quanto da puoy havimo scripto de I'una nostra de dì vii del presente et sottoscripta de nostra mane propria a quello signore duxe. Perhò non dicimo altro se non che fareti intendere alla signoria soa per ogni via et modo che troverà cum effecto de quella che havimo scripto, molto più che non havimo dicto cum parole.
[ 302r] Del'accordio seguito fralo signore duxe et misser Zohannefilippo havimo havuto grandissimo piacere et consolatione, et perché per altra nostra ve havimo scripto accompimento, non dicimo alltro se non che, per l'alligata scrivimo in bonissima forma al dicto misser Zohannefilippo, como scriveti et ricordati. Et cossì faremo sempre de quello che ne accaderà.
Che misser Spinetta, capitaneo, sia stato propitio et favorevele in li facti nostri là, ne semo molto contenti et volimo che per nostra parte lo ringratiate et confortate ch'el voglia perseverare, como l'ha principiato perché pò dire che quello fa et farà per nuy, de' farlo per se stesso. Nuy gli scrivemo et ne mandiamo qui alligata una littera molto grata et piacevole, siché ancora vuy, ultra ciò, gli possati dire quello che ve pare.
De quello canonicato che ha in quella città misser Bartholomeo dalla Porta, lo quale ve ha richiesto misser Andrea Benegasio per uno suo figliolo, dicimo che per amore et affectione che sempre havimo conosciuto che, con effecto ne ha demonstrato, et quanto luy è stato favorevele in li fatti nostri là, faressimo questa e magiore cosa per luy, et cossì havimo scripto sopra ciò in expediente et opportuna forma a monsignore de Novara, et ch'el se intenda cum vuy, siché el posseti ancora vuy solicitare dal canto vostro, benché se rendiamo certi che luy non gli mancharà in cosa alcuna. Volimo preterea che per nostra parte rengratiate lo dicto domino Andrea de quello ha facto et fa in nostro favore et adiuto et (c) proferirgli che, se per nuy se pò fare cosa che gli sia grata, la faremo sempre di bona voglia, como per perfecto nostro amico et benivolo. Nuy gli scrivimo, et serà qui alligata unalittera, rengratiandolo de quello ha facto et confortandolo in perseverare, como è la speranza nostra in luy.
Delli cc ducati che haveti havuti delli mccc remanimo avisati. Ad nuy non pare per modo alcuno de fare fare là quelle promesse che scriveti per li denari che restano, perché, siandoli li capituli chiari, como sonno, daressimo nuy stessi ad intendere ad altri che non intendessimo de observare li dicti (d) capituli et che in qualche cosa gli havessimo contrafacto. Siché chiarireti quello signore duxe che nuy havemo ordinato in modo ch'el suo pagamento gli correrà interamente, et che non gli sarà facto suso difficultate alcuna, et che pregamo la signoria soa gli piacia farne liberare questi mc ducati in questo nostro bisogno, che ne sarà grande acconcio e commodità.
[ 302v] Circalo facto del vostro vivere, dicimo che vedeati là de recatarve ducati cento per supplire al bisogno vostro, li quali posseti retrare de quelli denari che se cavarano là, ma toglieteli al più longo termino che posseti.
Del signore Guilielmo et de quello Theodorino de Cuchari havimo inteso quanto scriveti; ve havimo scripto per altra nostra, como havereti veduto. Perhò non dicimo altro se non che, della venuta de Iohanne, cosa non ne havimo cosa alcuna.
De misser Zohanne della Noce ve avisamo che l'è vero che senno xvi dì che honorevolmente, como cavaliero che luy era, lo facessimo impichare per la golla in mezo della piaza de Cremona. Del ponte de Cerreto più dì sonno che l'aqua ne menò via una parte; Alexandro, (e) nostro fratello, sta tucta volta in fare delle provisione per levare lo resto; et cossì siamo certi che lo levarà. Ex nostris felicibus castris apud Lenum, die xv octobris 1452, hora xx.
Persanctes.
Cichus.


(a) Segue del depennato.
(b) Segue mess depennato.
(c) Segue proforir depennato.
(d) dicti in interlinea; segue chiari como sonno depennato.
(e) Segue nostro depennato.