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824. Francesco Sforza a Sceva de Curte 1452 ottobre 15 prope Lenum

Francesco Sforza informa il suo oratore a Genova, Sceva de Curte, che è stato dalui Bartolomeo di Levanto e gli ha dato notizie per conto del doge e dei cittadini genovesi. Di quello che, al suo ritorno, gli riferirà, non faccia parola se non alle persone che lui gli indicherà. Al coloquio avuto con Bartolomeo erano presenti gli ambasciatori fiorentini, che poi sono partiti alla volta della Francia. Li seguirà l'oratore sforzesco, che riporterà anche quello che vogliono, se mai lo vorranno, il doge o quella comunità genovese.

Spectabili militi et iuris utriusque doctori Sceve de Curte, oratori nostro dilectissimo Ianue.
Et stato qui Bartholomeo delevanto et havimo inteso quanto ne ha referito per parte de quello illustre signore duxe et magnifici citadini. Luy retornalà per le casone che intendereti, et informatissimo de tucte le cose del canto de qua. Ultra ciò luy conferirà cum vuy de (a) alcune cose. Pertanto volimo che ve intendati cum luy, et de quanto luy ve rasonerà non volimo ne conferati cum (b) niuno, se non cum quelli tali che luy vi dirà, et poreti aluy dare credito quanto a nuy, avisandove ch'el è stato molto bene tractato et veduto de nuy, per modo che se ne retorna bene contento et bene hedificato. Li ambassatori fiorentini sonno stati qua et luy ha inteso quanto con loro s'è agitato. Sonno andati via per lo suo camino de Franza et dreto aloro mandarimo lo nostro. Se a quello illustre signore duxe parerà, per spetialità soa o de quella comunità, se habbia a dire o a fare, vogliatine [ 304r] fare chiari, perché possamo del tucto avisare lo nostro oratore. Ma como havimo scripto, tutto quello che se farà, el signore duxe sentirà integramente. Respondeti subito a questa nostralittera. Ex castris nostris prope Lenum, die xv octobris 1452.
Persanctes.
Cichus.


(a) de in interlinea.
(b) Segue nuy depennato.