Registro n. 13 precedente | 891 di 1330 | successivo

892. Francesco Sforza a Giorgio de Annone 1452 novembre 8 apud Calvisanum

Francesco Sforza risponde alle lettere di Giorgio de Annone, luogotenente di Alesssandria, dicendosi certo che egli è al corrente della disposizione data al famiglio ducale Lancillotto da Figino di recarsi a Genova per avere i denari che poi distribuirà ai conestabili e ai provisionati. Qualora Lancillotto non fosse già partito, lo solleciti ad andare là. Prima di provvedere alla distibuzione dei denari, gli dica di controllare le presenze dei conestabili e ne rediga un elenco che farà avere al duca. Ha visto Covello e Manfredo da Manfredonia: provvederà a sistemare questi due conestabili.Ha inteso che Graziolo da Vicenza ha saccheggiato quel luogo: continui a fare delle altre cose. Egli ha scritto ai Maestri delle entrate e all'officiale ducale delle munizioni, Gabriele da Cernuscolo, perché mandi subito a Giorgio duecento gavette di fili da balestre, tre casse di verrettoni, tre barili di polvere da bombarda e due barili di polvere da schioppetti. Ne solleciti l'invio e dia a Graziolo quel tanto che gli parerà. Attende l'arrivo degli ambasciatori di Alessandria. È del parere che la gente d'arme che è là non vada nel Tortonese, ma che quella comunità dia dello strame e mandi il bestime disutile di qua dal Po. Si dice dispiaciuto dell'atteggiamento del podestà del Castellazzo verso il castellano e di come si è comportato con coloro che trasportavano farina a Gambolero. È informato dei danni causati da Sfolioso ai mercanti in quel di Asti e delle lamentele avute dagli ambasciatori astigiani, oltre che di quello che gli ha scritto il Balivo e della risposta datagli; il duca ha richiamato Sfolioso e gli ha ingiunto di restituire tutto. Altrettanto faccia Giorgio e se non dovesse obbedire, vada da lui e lo imprigioni fino alla completa restituzione di quanto ha sottratto. Porti a conoscenza del Balivo e degli ambasciatori ogni cosa.

[ 328r] Spectabili viro Georgio de Annono, locontenenti Alexandrie dilectissimo nostro.
Havimo recevuto più toe littere de xxx e xxxi del passato et de primo del presente. Respondimo alle parte necessarie, et primo, al facto del bisogno e necessità de quelli nostri conestaveli et provisionati, dicimo che nuy siamo certi che tu haveray inteso como havimo scripto et ordinato alanzaloto da Figino, nostro fameglio, ch'el se debbia transferire a Zenova a tuore alcuni denari che gli facimo dare là, et che poy luy gli debbia dare alli dicti conestaveli et provisionati. Siché solicitaray che, se non fosse andato alla havuta de questa, vada via subito. Ma habbi advertentia, prima che La(n)zaloto distribuiscali dicti denari, de intendere e vedere quanti homini sonno fraloro, perché intendimo che gli ne mancano molti in la conductaloro et non voressimo per alcuno modo essere ingannati, siché li faray torre tucti in scriptis et mandane una lista perché sapiamo quanti sonno, cioè delli provisionati.
De Covello et Manfredo da Manfredonia, conestaveli, havimo inteso quanto tu scrivi. Loro sonno venuti qui da nuy, vederimo de dargli presto expeditione.
De quello locho, che ha sachegiato Gratiolo da Vincenza, remanimo avisati et l'havimo havuto molto caro, et cossì lo confortaray continue ad fare delle altre cose. Nuy havimo scripto a Milano alli nostri Magistri del'intrate et a Gabrielo da Cernuschiolo, nostro officiale soprale monitione, che immediate ti mandano docento gavette de filio da ballestre, tre casse de vertoni, tre barili de polvere da bombarda et doy barili de polvere da schioppeti, le quale monitione vogli solicitare haverIe et darle al dicto Gratiolo, como ti parerà. Havimo scripto ancora alli nostri castellani et officiali de Tertona che, ritrovandose là quello falcone che rechiede Gratiolo, te sia mandato là in Alexandria, et perhò vogli solicitare de haverlo.
Della venuta delli ambassatori de Alexandria remanimo advisati: aspectarimo per intendere quello vorrano dire. Bene dicimo, como per altre havimo scripto, che, consyderato la intentione nostra, è che quelle gente d'arme sonno là, per alcuno modo non vadano in Tortonese. Vogli vedere che quelIa comunità gli dia del strame, secondo che tu (a) ne scrivi essere remasta contenta de dargli, et che cave fora tucto lo bestiamo desutile, et mandelo dal canto de qua da Po.
Del cativo tractamento che ha facto e fa el potestà dal Castellatio ad quello castellano et de acto ha usato verso quelli che conducivano [ 328v] farina ad Gambalero, havimo inteso quello che scrivi: ne dole et rincresce ch'el se sia portato cossì sinistramente como ha facto, et l'havimo havuto molto a male. Como se sia, gli havimo scripto in modo che siamo certi ne intenderà, siché solicitaray ch'el facia el dovere al dicto castellano como gli scrivimo.
El damno che ha facto lo signore Guilielmo al Castellatio et lo damno che ha recevuto Andrea Albanese, ne rencresce grandemente, et non ne accade dire altro se non che vogli confortare quelli homini nostri dal Castellatio che stiano de bona voglia et non dubiteno de cosa alcuna, perché farimo in tale modo che gli parerà habbiamo vinto de qua et dellà.
Del damno che ha facto lo Sfolioso a quelli mercadanti in lo terreno de Ast et dellalamenta che te hanno facta quelli ambassatori de Ast, et cossì de quello te ha scripto el magnifico Baylì et della resposta che gli hay facta, et denique delli modi che tu hay servati circa ciò, et cetera, del tucto remanimo ad compimento advisati. Nuy non haveressemo per una volta possuto intendere cosa che più a nuy fosse rencresciuta de questa, et non te poteressimo dire quanto l'havimo havuto per male per molti respecti, quali siamo certi che tu debbi bene intendere. Per l'alligata gli scrivimo strictissimamente sopra questo facto et che, per quanto ha carala gratia et amore nostro, subito debbia restituire ogni cosa integramente fin ad uno pontale de strenga. Perhò ultra quello gli scrivimo nuy, vogli ancora tu scrivergli como ti pare sopra ciò, et caso ch'el non obedisse, como tu dice ch'el ha facto fin qui, volimo che tu personaliter te debbi transferire fin là, dove che è luy, et pigliarlo et ponendolo in presone non relaxarlo finch'el non habbia factala dicta integra (b) restitutione, como è la intentione nostra. Et cossì el faray intendere al magnifico Baylì et alli dicti ambassatori. Ex castris nosris apud Calvisanum, die viii novembris 1452.
Persanctes.
Iohannes.


(a) Segue tu depennato.
(b) Segue satisfactione depennato.