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907. Francesco Sforza ad Angelo Acciaioli e a Francresco Ventura 1452 novembre 13 apud Calvisanum

Francesco Sforza fa sapere al milite Angelo Acciaioli e a Francresco Ventura, oratori di Firenze presso il re di Francia, il suo sconforto perché il suo oratore, Giorgio Del Maino, non ha potuto unirsi a loro per andare dal re. Tutto è dipeso dal fatto che il duca di Savoia non gli ha ancora concesso il salvacondotto. Si è rivolto a loro perché giustifichino presso Carlo VII l'assenza di Giorgio, spiegando che essa non procede da defecto e mancamento sforzesco. Se perdurasse il ritardo di tale salvacondotto, Giorgio partirà da Genova e prenderà la via di Provenza per arrivare dal re. Le cose del suo fronte le ha comunicate a Giorgio che le farà sapere tramite un suo messo. Non aggiunge altro se non che el tempo è talmente dirotto de qua, che è mecessitate andare alle stantie. Mentre il grosso rimarrà nel Bresciano, il rimanente egli lo manderà in alcune altre frontiere.

[ 332v] Magnificis tanquam fratribus nostris carissimis domino Angelo Azaiolo, militi, et Francisco Venture, excelsi comunitatis Florentie, oratoribus apud serenissimam Francorum regiam mayestatem.
Nuy havemo recevuto tanto malcontentamento et despiacere quanto dire se possa perché el spectabile cavalero domino Zorzo del Mayno, nostro oratore, anche non sia potuto aviarse per venire alla mayestate del Re, como sapeti dudum habiamo ordenato. El che è sequito perché non ha potuto havere el salvoconducto dal duca de Savoya perfin al dì presente, como nuy credevamo, per el che invero ne havemo grande passione nella mente nostra. Et perché siamo certi che la prefata mayestà staga in aspectatione et in admiratione, forse ripensando questo procedere per nostro defecto et mancamento, che puncto non è vero, habiamo deliberato havisare le vostre magnificencie per la presente della casone perché dicto domino Zorzo è restato et ha differitala partita soa fin a mò, acciochè non stiati in admiratione pregandove che de questa ne vogliati avisare et chiarire la prefata mayestà accioché la intenda questo non essere processo per nostro mancamento, et fare la excusatione nostra cum essa, et farla intendere etiandio el grande despiacere et malcontentamento ne havemo recevuto, accioché non stia in admiratione verso nuy. Bene ve advisamo como nuy per nostre littere havemo scripto et commesso ad esso domino Zorzo che se non haverà havuto dicto salvoconducto alla recevuta delle nostre, debbia aviarsi per la via de Zenova et andare in Provenza, non cessando perfin ch'el sarà alla presentia della prefata mayestà: della qualcosa anche ne podereti fare notitia alla prefata mayestà, alli cuy boni piaceri ne offeririti semper appar(e)chiatissimi. Data in castris nostris apud Calvisanum, die xiii novembris 1452.
Bonifacius.
Cichus.
Post data. Quanto sia occorso alle parte de qua dapoy la partita vostra et d'esso domino Zorzo di qua, havemo scripto et mandato ad esso domino Zorzo, quale non potendo venire per la via drita ve mandarà uno messo cum le nostre littere de avisamento de quanto è sequito.
El tempo è talmente dirotto de qua che è necessitate andare alle stantie, et cossì gli andarimo presto. El forte delle nostre gente starà qui in Bressana a queste terre havemo acquistate, alcune mandaremo in alcune altre frontere, quale non perderano tempo. Et per un'altra ne avisaremo le magnificentie vostre. Data ut in litteris.