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1091. Francesco Sforza a Diotesalvi di Nerone di Firenze 1452 novembre 15 Gambara

Francesco Sforza risponde a Diotesalvi di Nerone di Firenze sollecitandolo a intervenire presso Cosimo perché dia i cinquemila ducati al più presto, considerata la necessità dei soldati. Si dice certo che gli Aragonesi leveranno il campo da lì per l'impossibilitàevano di riportare vittorie in quei territori, e per i provvedimenti presi e anche perla forza del paese. Lo Sforza informa Diotesalvi che il suo cavallaro è reduce dalla Francia con lettere del re, di Folchetto e di Giovanni Cossa, dalle si evince che il sovrano aspetta di incontrarsi con il duca di Savoia per sistemare ler sue cose e inviare poi i cavalli richiesti e che ha affidato a Giovanni Cossa l'impresa di qui. Il sovrano inoltre intende sentire gli ambasciatori fiorentini e sforzeschi prima di prendere una decisione e dare una risposta a quelli del Monferrato. Il duca infine si dice certo che quelli di Venezia intendano, tramite il cardinale di Santa Maria Nuova, intavolare trattative di pace per la paura del pericolo che corrono.

Deotesalvio Neronis de Florentia.
Havimo recevuta vostra lettera de dì vii del presente, et inteso quanto scriveti, respondemo et prima, circa al facto deli v mila ducati, dicemo che vi pregamo che vogliati instare et fare ogni opera opportuna con el magnifico Cosmo che ne voglia fare dare dicti v mila ducati quanto più presto sia possibile, che mazore beneficio non ce porria usare al presente, che darne subito dicti denari, attenta la grande necessitade del denaro che hanno queste nostre gente ale quale è necessario provediamo, como seti ad pieno informato, advisandove che tenerimo ch'el prefato Cosmo ne dia de soi proprii denarii. (a) Ala parte dela levata hanno facta li Ragonesi et cetera, dicemo che eravamo certi che loro non reuscerino con altro honore della loro impresa che habano altre volte facto, et non porriano havere honore in quelli vostri territorii, attento maxime li opportuni provedimenti et prudentia et sollicitudine de quella excelsa signoria, et poi el sito del paiese, quale è fortissimo.
Ala parte dele cose de Franza dicemo che lo cavallaro, quale mandassimo in Franza, è retornato con lettere dela mayestà del Re et de Folchetto [ 272r] et de Zohanne Cossa, quale hic sonno grate et piacevole, como per altre nostre ve havimo scripto, et le quale contengono questo effecto; ala parte de mandare gente de qua, che la Mayestà soa aspectava el duca de Savoya, con lo quale intende et vole dirizare et redure et assettare le cose soe, prima che faza altra deliberatione et che immediate, facto questo, provederà alla rechiesta de questi cavalli in modo che la cosa passaria bene.
Zohanne Cossa se opera assai et è favorevole alle cose de qua, perché pare la mayestà del Re li habia data la impresa dele cose (b) del canto de qua.
Ala parte de Monferrato ha risposto la Mayestà soa volere intendere li ambasiatori vostri et nostri prima che la sua Mayestà faza alora deliberatione, né resposta alli ambasiatori del marchese et messer Guielmo che sonno lì.
Al facto dela pace che è stata tentata ad Venexia per mezo del cardinale de Sancta Maria Nova, et cetera, dicemo che siamo certi che loro la vorriano per la paura che hanno del pericolo in che se vedono, ma speriamo che si gli farà la paura de tale periculo con li affecti et non con parole. Ex Gambara, die xv novembris 1452.
Ser Iohannes.
Cichus.

(a) Segue immediate facto questo provedeva alla rechiesta de questi cavalli in modo che la cosa passava bene depennato.
(b) de qua ripetuto e depennato.