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1231. Francesco Sforza ai marchesi Gabriele e Antonio de Malvicinis. 1452 dicembre 23 Cremona.

Francesco Sforza rimbrotta Gabriele e Antonio Malvicini per aver obiettato mandando procuratori con notai e testimoni, la incapacità del suo cancelliere Teseo nell'assegnare alloggi alle genti d'arme nel Piacentino. Si dice indignato per tale presunzione e li ammonisce che non solo a Teseo, da lui delegato a fare ciò, ma a qualunque suo uomo mandato esige si presti obbedienza.

[ 307r] Gabrieli et Antonio de Malvicinis marchionibus.
Noy havimo remandato Theseo, nostro cancellero, ad Piasenza per distribuire quelli lozamenti ale nostre gente d'arme, al quale havimo facta piena commissione in scriptis et a boca de tassare feudatarii et nobili seperati et ciascuno luoco, secundo a luy pare che possa portare con consiglio et recordo deli deputati, li quali havimo confirmati a questo officio. Et intendimo che, havendo tucti li altri nostri feudatarii et seperati mandato al dicto Theseo per pigliare forma et conclusione con luy de quanto hanno a fare per le tasse de dicti soldati, come è nostra intentione che ciascuno debbia fare, voy soli havite recusato de obedire, immo havite mandato procuratori ad protestare che dicto Theseo non ha auctorità, né arbitrio potere tassare li vostri luochi, et simili acti con notari et testimoni; la quale cosa per nisuno nostro subdito, overo feudatario, o de qual condicione voglia se sia, fu mai usata, né alcuno ha tanta presumptione havuta. Dela qual cosa havimo havuta displicentia assai et, se non fosse che vi volimo bene, ne haveriamo facta tale demonstratione che non ve seria piaciuto perché, non solamente ad uno nostro cancellero el quale ha inscriptis et a bocca da noy questa commissione, ma a qualunche nostro mandato volimo sia prestata piena obedientia, iuxta la sua commissione, per voi et per ogni altro nostro subdito, et sia chi voglia. Et pertanto ve admonimo ad essere obedienti et fare quello che per li nostri vi è ordinato, aliter farimo demonstratione, la quale non ve piacerà. Cremone, xxiii decembris 1452.
Cichus.