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1439. Francesco Sforza al podestà di Piacenza 1453 febbraio 28 Milano

Francesco Sforza, saputo dal Colleoni che Giorgio Pertegallo da Bergamo, già suo cancelliere, ha lasciato debiti superiori al suo capitale, comanda al podestà di Piacenza di convocare Bartolino, fratello di Giorgio, e di non rilasciarlo fino a che non avrà dato a Facino, cameriere del Colleoni, cose, cavalli e quant'altro possiede di Giorgio e che, inoltre, si ordini a Niccolò d'Arceli, suocero di Giorgio, che tenga presso di sè denari, roba e ogni cosa che fu di Giorgio.

[ 354r] Potestati Placentie.
Havemo inteso dal magnifico Bartolomeo Coglione, nostro capitanio, che Zorzo Pertegallo da Pergamo, quale era suo cancelliero, ha lassati più debiti assai con lui et con altri che non havea capitale, et perché intendiamo che chi debe havere sia satisfacto, ve conmectiamo et volemo, per quanto haveti cara la gratia nostra, che, havuto da voi Bartolino, olim fratello d'esso Zorzo, quale è lì, non lo lassati partire da voi fin ac tanto ch'el habia consignato in le mano de Facino, camerero d'esso Bartolomeo, presente exibitore, la robba et cavalli et tucto quello se trovarà havere in le mani delli beni d'esso Zorzo. Volemo ancora debiati conmandare a domino Nicolò d'Arcelli, quale era socero del dicto Zorzo, che, per quanto ha cara la gratia nostra, tegna presso de lui tucti li denari, roba et ogne altra (a) cosa ch'el l'à de quella che fu del dicto Zorzo fin attanto gli serrà ordinato altramente. Data Mediolani, die xxviii februarii 1453.
Irius.
Iohannes.

(a) In A alla.